Una perizia: Ferrulli ucciso a manganellate
di Checchino Antonini
«Michele Ferrulli è deceduto improvvisamente durante un'azione di contenimento accompagnato da percosse di agenti della polizia». All'indomani dell'avviso di fine indagini recapitato ai quattro agenti indagati, giunge la perizia della parte civile a confermare e chiarire il quadro fornito dall'autopsia. A scriverla, ancora una volta, Gaetano Thiene dell'Università di Padova, perito anche nei processi Aldrovandi e Cucchi. Proprio come i legali della famiglia, i ferraresi Fabio Anselmo e Alessandra Pisa. «La causa della morte -si legge nella perizia che Globalist è riuscito a consultare- è stata un violento attacco ipertensivo, verosimilmente precipitato dallo stress emotivo del contenimento, dall'eccitazione da intossicazione da alcool e dalle percosse con tempesta emotova e iperattivazione adrenergica».
Pesava 147 chili Michele Ferrulli ed era alto nemmeno 1 metro e 80. Obeso e iperteso. Il 30 giugno del 2011 stava ascoltando musica ad alto volume a Milano, in via Varsavia, davanti a un bar. Per gli uomini della volante che intervennero era troppo aggressivo e «ostile». Quindi fecero venire un altro equipaggio. Seguì una colluttazione così sopra le righe che i quattro agenti subiranno un processo per eccesso colposo nell'omicidio colposo del Ferrulli. Perché le manganellate di quella sera e le modalità dell'intervento lo fecero fuori.
Alle 22 arrivarono sgommando le volanti. 13 minuti dopo fu avvisato il 113. Mezz'ora di manovre rianimative non servirono a nulla. Alle 22.50 verso l'ospedale si mossero ma l'uomo ci arrivò cadavere. E, il giorno appresso, secondo il pm, i quattro firmarono pure un rapporto artefatto smentiti da un telefonino di nuova generazione che li avrebbe immortalati mentre lo pestavano di brutto che lui era già a terra. L'autopsia del 5 luglio parlerà di insufficienza contrattile acuta del ventricolo sinistro con edema polmonare e cerebrale. La sbornia di quella sera, secondo i medici, non c'entrava nulla con la morte. L'avevano ucciso le botte.
fonte
«Michele Ferrulli è deceduto improvvisamente durante un'azione di contenimento accompagnato da percosse di agenti della polizia». All'indomani dell'avviso di fine indagini recapitato ai quattro agenti indagati, giunge la perizia della parte civile a confermare e chiarire il quadro fornito dall'autopsia. A scriverla, ancora una volta, Gaetano Thiene dell'Università di Padova, perito anche nei processi Aldrovandi e Cucchi. Proprio come i legali della famiglia, i ferraresi Fabio Anselmo e Alessandra Pisa. «La causa della morte -si legge nella perizia che Globalist è riuscito a consultare- è stata un violento attacco ipertensivo, verosimilmente precipitato dallo stress emotivo del contenimento, dall'eccitazione da intossicazione da alcool e dalle percosse con tempesta emotova e iperattivazione adrenergica».
Pesava 147 chili Michele Ferrulli ed era alto nemmeno 1 metro e 80. Obeso e iperteso. Il 30 giugno del 2011 stava ascoltando musica ad alto volume a Milano, in via Varsavia, davanti a un bar. Per gli uomini della volante che intervennero era troppo aggressivo e «ostile». Quindi fecero venire un altro equipaggio. Seguì una colluttazione così sopra le righe che i quattro agenti subiranno un processo per eccesso colposo nell'omicidio colposo del Ferrulli. Perché le manganellate di quella sera e le modalità dell'intervento lo fecero fuori.
Alle 22 arrivarono sgommando le volanti. 13 minuti dopo fu avvisato il 113. Mezz'ora di manovre rianimative non servirono a nulla. Alle 22.50 verso l'ospedale si mossero ma l'uomo ci arrivò cadavere. E, il giorno appresso, secondo il pm, i quattro firmarono pure un rapporto artefatto smentiti da un telefonino di nuova generazione che li avrebbe immortalati mentre lo pestavano di brutto che lui era già a terra. L'autopsia del 5 luglio parlerà di insufficienza contrattile acuta del ventricolo sinistro con edema polmonare e cerebrale. La sbornia di quella sera, secondo i medici, non c'entrava nulla con la morte. L'avevano ucciso le botte.
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Commenti
con il potere di un distintivo credono di essere nel FAR WEST!!
xcio nn ci indignamo quando resta uno di loro sul campo...prendono indennita di riskio....ed arrivano prima alla penzione.
nn dispiaciamoci.....di ki li piange,
qualcuno piange come loro....con la differenza di nn avere avuto giustizia.
mentre loro hanno possibilita di crearsela.....ma sopratutto di inventarsela.
allah ackbar..dio e grande................. e presenta sempre il conto.