Taranto, le foto dell'olio combustibile sversato nel Mar Grande di Taranto
Come sono finite 20 tonnellate di HFO nel mar grande di Taranto? Esclusa la falla al mercantile East Castle si profila l’errore umano. Il Secolo XIX scrive chiaramente:
Il comandante della “East Castle” avrebbe aperto per sbaglio le valvole tra i serbatoi di zavorra e quelli di greggio. E lo sversamento è stato inevitabile.
Già nella telefonata di ieri fatta da Ecoblog.it al comandante Filippo Marini capo ufficio relazioni esterne delle Capitanerie di Porto ci era stato spiegato che le circa 20 tonnellate di HFO, olio pesante combustibile, erano finite in mare assieme ad acqua provenienti dalle casse di zavorra. Non ci era stato detto però il perché.
Indubbiamente le operazioni di contenimento della falla sono scattate subito, come d’altronde ha potuto accertare la Capitaneria di Porto. Probabilmente entro poche ore sarà conclusa la raccolta dell’olio. Purtroppo proprio in questi giorni era previsto il trafserimento della miticolutura dal Mar piccolo inquinato da PCB al Mar Grande contaminato ora da HFO.
Racconta Luciano Carriero operatore ittico, come riporta Inchiostro Verde:
Da parte delle associazioni di categoria e del mondo politico, però, non sarebbe arrivato nemmeno un messaggio di solidarietà. Niente, solo silenzio, questa freddezza è stata un’ulteriore ferita, dopo l’avvelenamento delle cozze a causa del Pcb.
Ma come ha modo di far osservare su La Gazzetta del Mezzogiorno Fabio Matacchiera presidente del Fondo Antidiossina Onlus:
Prima di dare delle rassicurazioni così tempestive sul danno che sarebbe stato scongiurato voglio porre l’attenzione su un aspetto importante. Quando ci sono sversamenti in mare di olio, gasolio, idrocarburi in generale, pur considerando l’intervento immediato di battelli disinquinanti, il moto ondoso che non sovrastava le panne galleggianti, e i venti favorevoli, è possibile recuperare solo circa l’80-85 per cento del materiale sversato. Lo dicono le statistiche. Parlare di un caso risolto è un po’ azzardato. Gli idrocarburi che servono per la propulsione dei motori, hanno tre porzioni: una si volatilizza in atmosfera e noi la percepiamo con il naso anche a distanza di chilometri, l’altra con peso specifico inferiore al peso specifico dell’acqua galleggia e poi c’è una porzione che ha un peso specifico maggiore di quella dell’acqua e va a fondo. Di questo non si parla mai.
Foto TMNews
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La lettera di un cittadino di Taranto che affronta la spinosa questione dell'Ilva: che da una parte garantisce un posto di lavoro - tra dipendenti e indotto - a oltre 16.000 persone, ma dall'altra ha un grande impatto sull'ambiente e sulla salute degli abitanti della zona, producendo una grandissima quantità di diossina.
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