La famiglia Bossi e la mirabolante "carriera" del "Trota"
Renzo e Umberto Bossi al raduno di Venezia nel 2007 (Credits: La Presse) |
Di seguito pubblichiamo La "Storia di Renzo Bossi, detto il Trota" pubblicata da Panorama, che descrive le vicende salienti della sua "carriera" fino all'arrivo al Pirellone, incarico che gli ha fatto guadagnare un posto nella "top ten" italiana dei "figli di papà raccomandati". Pluribocciato all'esame di maturità, è emerso in questi giorni che 130.000€ della Lega Nord (provento dei rimborsi elettorali, cioè soldi pubblici) sarebbero stati spesi per farlo laureare. Visto che l'articolo secondo noi è troppo "benevolo" nei suoi confronti, lo integriamo con qualche notizia che lo riguarda che abbiamo pubblicato nei mesi scorsi. Del fatto che "il Trota" avesse frequentazioni "particolari" lo avevamo appreso già nei mesi scorsi: l'articolo "Cocaina, escort e festini le amicizie pericolose del Trota" risale infatti al 7 Gennaio; ma in questi giorni è emerso che "le frequentazioni di Renzo Bossi sarebbero peggiori di quelle di Cosentino".
LA "FAMILY" BOSSI. Qualcuno ha definito la famiglia Bossi "una famiglia a carico del contribuente" visto che quasi tutti percepiscono un lauto stipendio dalle istituzioni: Umberto era Ministro e ora Senatore, il Trota è Consigliere regionale, ma anche la signora Bossi, oltre a percepire la pensione dall'età di 39 ANNI ha beneficiato di fondi statali per fondare una "scuola paritaria". Ma anche Franco e Riccardo, rispettivamente fratello e figlio primogenito di Umberto Bossi, hanno percepito uno stipendio dalle istituzioni per molti anni, in qualità di "assistenti accreditati" dei parlamentari Speroni e Salvini.
I GUAI GIUDIZIARILe vicende riguardanti suo padre Umberto Bossi emerse in questi giorni sono ben illustrate in questo dossier; ed è recente anche la condanna del figlio minore Riccardo (fratello del Trota) condannato per avere lanciato gavettoni alla candeggina a un militante di rifondazione comunista, colpito al volto.
staff nocensura.com
STORIA DI RENZO BOSSI, DETTO IL "TROTA" di blog.panorama.it/Sul suo blog scrive: “Sono cresciuto in mezzo a manifesti e volantini ed ho sempre respirato la passione della politica come voglia di riportare la libertà ai nostri popoli. Libertà di lavorare senza il peso di uno stato opprimente, libertà di studiare la nostra storia, di vivere le nostre tradizioni, di rispettare i nostri territori.” Parola di Renzo Bossi, 24 anni il prossimo 8 settembre, il più giovane consigliere regionale d’Italia.
Figlio maggiore dell’unione tra papà Umberto e mamma Manuela, Renzo sarebbe per il padre l’erede designato alla guida del Carroccio. Una carriera politica cominciata molto presto. Ha circa otto anni infatti quando per la prima volta partecipa al raduno di Pondida. In molti ricordano il suo piccolo pugno chiuso e levato al cielo al grido “Padania libera, Bossi, Bossi, Bossi”
La prima uscita pubblica di Bossi Jr risale al 2004 quando Renzo si affaccia alla finestra della casa di Carlo Cattaneo a Lugano, accanto al padre reduce dalla malattia ripetendo: “Padania libera”.
E’ dal saluto a Lugano che Renzo inizia ad accompagnare il padre a tutti i comizi; in prima fila partecipa alle manifestazioni del movimento da Pontida, alla Festa dei Popoli Padani a Venezia, alla cerimonia per la raccolta dell’acqua alla fonte del Po sul Monviso.
E’ sempre presente anche al concorso di Miss Padania. Una vicinanza con il concorso che sfocia (si dice) in diversi flirt con le finaliste tra i quali, per dirne uno, quello con l’ex naufraga dell’Isola dei Famosi Eliana Cartella.
Nel 2008, ad una manifestazione leghista, arriva l’investitura ufficiale. il Senatur solleva davanti alla folla il braccio del figlio, e sono applausi. Il giorno dopo a domanda precisa Bossi padre rispose: “Lui il mio delfino? in realtà assomiglia più ad una trota”; un nomignolo che diventa un vero e proprio tormentone.
Tesserato come “socio ordinario militante” della Lega Nord nel 2009, nel 2010 - con una serie di presunti brogli su cui sono ancora in corso indagini della magistratura - finisce candidato unico del partito nella crircoscrizione “blindata” della Val Camonica per la Regione Lombardia. L’erede del Capo però in quella lista non avrebbe potuto starci visto che i tesserati, da regolamento, sono candidabili solo con tre anni di anzianità nel movimento. Per lui però è stato forse chiuso un occhio e il nome Renzo Bossi è stato scelto da 13mila elettori che lo hanno votato permettendogli di entrare come consigliere regionale al Pirellone
Ma non è l’unico motivo per il quale il ragazzo fa discutere. Anche il curriculum scolastico, ad esempio, scatena polemiche ed ilarità. Nessuna laurea (anche se è iscritto a Economia), solo un diploma - secondo alcuni fantasma - conseguito nel 2009 all’età di 21 anni dopo tre bocciature consecutive all’esame di maturità (era stato mandato un membro esterno alla commissione da parte del Ministero per ripetere l’esame, ma inutilmente, la bocciatura era stata confermata). “Fantasma” perchè nonostante i diplomi siano atti pubblici e, quindi, di fatto rintracciabili, della maturità di Renzo non c’è traccia ufficiale.
Sul suo blog Bossi Jr. scrive: “Sono cresciuto in mezzo a manifesti e volantini ed ho sempre respirato la passione della politica come voglia di riportare la libertà ai nostri popoli. Libertà di lavorare senza il peso di uno stato opprimente, libertà di studiare la nostra storia, di vivere le nostre tradizioni, di rispettare i nostri territori.”
Ha frequantato - con profitto - corsi di lingua al Cepu con professori a domicilio (qualche maligno sostiene siano stati gentile omaggio del patron Cepu Polidori) tanto che papà Umberto faceva vanto, un paio d’anni fa, del fatto che il figlio fosse stato l’interprete nel colloquio tra l’ex premier Berlusconi e il Segretario di Stato americano Hillary Clinton, cosa che poi si è rivelata essere una bufala.
“A me non frega nulla di Roma, mi interessa il territorio - spiega, però presto, il figlio del Capo - a Roma vado per conoscere le leggi e poi spiegarle sul territorio”. Renzo propone, Umberto dispone e così a 20 anni riceve due nomine: segretario generale della Nazionale di calcio padana e vice presidente di Padania sport. Inoltre diventa responsabile dei Media padani come spiega in questo video che, per le incertezze lessicali e non solo, diventa un vero tormentone su internet.
Sempre nel blog scrive: “Oggi sento che impegnarmi in prima persona può essere il modo più naturale di continuare a coltivare quelle passioni che ho vissuto nella mia famiglia e nelle piccole sezioni di paese della Lega. Da lombardo e federalista nato sono convinto che la Regione Lombardia è l’istituzione che maggiormente rappresenta la voglia di libertà unita al rispetto delle tradizioni dei nostri popoli. Mi rendo utile assumendo la difesa dei nostri territori, lavorando per le nostra piccole imprese, per la crescita dei posti di lavoro e per le future generazioni delle quali mi sento parte.”
Prima dell’incarico regionale in giacca e cravatta (verde) al Trota era stata creata una poltrona come supervisore dell’affare Expo a Milano con uno stipendio di 12.000 euro al mese.
Renzo, però, non è di certo tutto casa e partito e qualche intemperanza appare qua e là nel suo curriculum. Celeberrima la presentazione di un giochino di dubbio gusto sul suo profilo facebook che più o meno si chiamava “Rimbalza il clandestino” il cui svolgimento è di facile intuizione.Tirata d’orecchio, gioco rimosso, e fanciullo perdonato.
Ha rischiato, invece, una schioppettata alla schiena durante un’incursione nei boschi intorno a Ponte di Legno dove qualche anno fa gironzolava in Quad con l’amico Alessandro Uggeri. Beccato da un guardiacaccia pare sia esploso un colpo di fucile fortunatamente non andato a segno.
Uggeri (fidanzato dell’assessore regionale Monica Rizzi, “madrina” politica di Renzo Bossi ed indagata) è sotto inchiesta della magistratura per un presunto giro di escort e cocaina venuta alla luce durante le intercettazioni per una presunta frode fiscale. Era il 2010 e Renzo, in piena campagna elettorale per le amministrative, avrebbe passato alcune serate proprio nella villa dell’amico.
L’elezione “per parentela” di Renzo Bossi però ha creato profondi malumori soprattutto nella base, che da sempre ha attaccato questo tipo di azioni e comportamenti. Poi l’inchiesta di questi giorni, i presunti passaggi di denaro da Belsito proprio per le spese della famiglia del Senatùr, Renzo compreso che si è difeso dicendo: “Non ho mai preso o ricevuto soldi del partito”.
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