Pedopornografia, stroncata rete mondiale Dieci arresti, il capo fermato a Milano
Operazione coordinata dalla Procura di Firenze in 28 Paesi, il server era in Texas. Ci sono 112 indagati, 14 sono italiani: sarebbero state scambiate migliaia di fotografie e centinaia di video. Secondo l'inchiesta il sito aveva almeno 700 utenti abituali
La Procura di Firenze ed Eurojust stanno coordinando una vasta operazione internazionale contro la pedofilia on line condotta in 28 Paesi. Dieci gli arresti in Italia, Usa, Francia e Portogallo, in tutto gli indagati sono 112. Il promotore del sodalizio criminale, secondo gli inquirenti, è un italiano, arrestato a Milano. L’operazione ‘Nanny’ ha stroncato una rete mondiale di pedofili che, usando social network in Internet, sfruttava sessualmente bambini.
Perquisizioni sono in corso in Italia, in Francia e in Portogallo e sono già state eseguite in Belgio e negli Stati Uniti, in particolare negli Stati di Texas, California, Illinois, Washington, Missouri, Virginia e Ohio. Gli italiani coinvolti sono 14, fra cui il promotore dell’organizzazione, arrestato a Milano: sono in corso in queste ore perquisizioni in abitazioni in Lombardia, Lazio, Veneto, Valle d’Aosta, Friuli, Toscana, Sicilia e Puglia sono in corso in queste ore le perquisizioni dei carabinieri e della guardia di finanza disposte dalla Procura di Firenze. Il reato contestato è associazione per delinquere finalizzata alla produzione e diffusione di materiale pedopornografico.
L’inchiesta è nata un anno fa da dettagliate denunce di Telefono Arcobaleno ed è stata svolta su scala internazionale dagli investigatori specializzati del Nucleo interforze investigativo telematico di Siracusa in collaborazione con i colleghi statunitensi di Ncis, coordinati dal procuratore di FirenzeGiuseppe Quattrocchi e dal sostituto Vincenzo Ferrigno. Congelati i dati informatici nei server statunitensi del social network, oscurato, cui aderivano numerose comunità di pedofili che reclutavano nuovi adepti e raccoglievano materiali pedopornografici. Il tribunale di San Diego (in California) ha ordinato le prime perquisizioni negli Usa, poi eseguite con successo dagli investigatori di Ncis in collaborazione con i colleghi italiani del Nit.
Successivamente i dati acquisiti negli Usa ed elaborati a Siracusa dagli specialisti del Nit hanno confermato la matrice italiana del sodalizio criminale nonchè la presenza di oltre 700 adepti sparsi in tutto il mondo, anche in Paesi come Arabia Saudita, Messico, Cile, Argentina, Qatar, Israele. Fittissimo lo scambio di migliaia di fotografie e centinaia di video a carattere pedopornografico, con bambini fino a 11 anni, ma anche neonati. I 700 pedofili aderivano attivamente al social network, che aveva il server a Dallas (Texas) immettendo foto e video pedopornografici, anche prodotti da loro, e si erano registrati fornendo generalità personali, account di posta elettronica, nonchè sottoscrivendo un documento in cui accettavano consapevolmente di iscriversi e partecipare ad una rete dedita alla pedopornografia. Sul social network agivano poi usando ‘nickname’. Il Nit di Siracusa ha rintracciato tutti gli ‘ip’ dei computer da cui era stato pubblicato il materiale illegale, risalendo così ai titolari. Oltre ai 700 adepti, il social network conta migliaia di frequentatori che hanno visionato le sue pagine.
fonte
La Procura di Firenze ed Eurojust stanno coordinando una vasta operazione internazionale contro la pedofilia on line condotta in 28 Paesi. Dieci gli arresti in Italia, Usa, Francia e Portogallo, in tutto gli indagati sono 112. Il promotore del sodalizio criminale, secondo gli inquirenti, è un italiano, arrestato a Milano. L’operazione ‘Nanny’ ha stroncato una rete mondiale di pedofili che, usando social network in Internet, sfruttava sessualmente bambini.
Perquisizioni sono in corso in Italia, in Francia e in Portogallo e sono già state eseguite in Belgio e negli Stati Uniti, in particolare negli Stati di Texas, California, Illinois, Washington, Missouri, Virginia e Ohio. Gli italiani coinvolti sono 14, fra cui il promotore dell’organizzazione, arrestato a Milano: sono in corso in queste ore perquisizioni in abitazioni in Lombardia, Lazio, Veneto, Valle d’Aosta, Friuli, Toscana, Sicilia e Puglia sono in corso in queste ore le perquisizioni dei carabinieri e della guardia di finanza disposte dalla Procura di Firenze. Il reato contestato è associazione per delinquere finalizzata alla produzione e diffusione di materiale pedopornografico.
L’inchiesta è nata un anno fa da dettagliate denunce di Telefono Arcobaleno ed è stata svolta su scala internazionale dagli investigatori specializzati del Nucleo interforze investigativo telematico di Siracusa in collaborazione con i colleghi statunitensi di Ncis, coordinati dal procuratore di FirenzeGiuseppe Quattrocchi e dal sostituto Vincenzo Ferrigno. Congelati i dati informatici nei server statunitensi del social network, oscurato, cui aderivano numerose comunità di pedofili che reclutavano nuovi adepti e raccoglievano materiali pedopornografici. Il tribunale di San Diego (in California) ha ordinato le prime perquisizioni negli Usa, poi eseguite con successo dagli investigatori di Ncis in collaborazione con i colleghi italiani del Nit.
Successivamente i dati acquisiti negli Usa ed elaborati a Siracusa dagli specialisti del Nit hanno confermato la matrice italiana del sodalizio criminale nonchè la presenza di oltre 700 adepti sparsi in tutto il mondo, anche in Paesi come Arabia Saudita, Messico, Cile, Argentina, Qatar, Israele. Fittissimo lo scambio di migliaia di fotografie e centinaia di video a carattere pedopornografico, con bambini fino a 11 anni, ma anche neonati. I 700 pedofili aderivano attivamente al social network, che aveva il server a Dallas (Texas) immettendo foto e video pedopornografici, anche prodotti da loro, e si erano registrati fornendo generalità personali, account di posta elettronica, nonchè sottoscrivendo un documento in cui accettavano consapevolmente di iscriversi e partecipare ad una rete dedita alla pedopornografia. Sul social network agivano poi usando ‘nickname’. Il Nit di Siracusa ha rintracciato tutti gli ‘ip’ dei computer da cui era stato pubblicato il materiale illegale, risalendo così ai titolari. Oltre ai 700 adepti, il social network conta migliaia di frequentatori che hanno visionato le sue pagine.
fonte
Commenti