Le scandalose spese militari di Atene volute da Francia e Germania
Un articolo che fa da eco a quello pubblicato il 16 Febbraio, "Volete aiuti? Comprate le nostre armi, il ricatto di Merkel e Sarkozy"
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Bruxelles - C'è sicuramente soddisfazione da parte dell'Eurogruppo sull'esito dello swap sul debito della Grecia, che è riuscito ad evitare un default disordinato. Nel comunicato si legge infatti che l'Eurogruppo "considera che ci sono le condizioni necessarie" per compiere gli ulteriori passi che porteranno all'approvazione finale del secondo piano di aiuti per la Grecia.
Secondo quanto si legge nella nota dell'Eurogruppo, ci sono ora le condizioni per "lanciare le procedure nazionali pertinenti per l'approvazione finale del contributo dell'eurozona al finanziamento del secondo programma di aggiustamento economico per la Grecia".
Dunque, scongiurata per ora la minaccia di un default disordinato. In questo contesto, cè qualcosa tuttavia che non quadra affatto, come ha messo in evidenza un articolo del Telegraph. Si avverte un senso di profonda ipocrisia da parte dell'Europa, in particolar modo da parte di paesi virtuosi come Francia e Germania, proprio quelli che più di tutti hanno malcelato la loro irritazione per i problemi ellenici.
Numeri alla mano, la Germania - sempre in prima linea nel chiedere misure di austerity "draconiane" ad Atene, misure che si sono abbattute soprattutto sul welfare - ha venduto alla Grecia armi e anche un sottomarino per un valore complessivo di 336 milioni di sterline, soltanto nel 2010 (anno in cui la Grecia sprofondò nella crisi e l'Unione europea iniziò a orchestrare aiuti per 200 miliardi di sterline). Sempre nel 2010, la Grecia aveva concluso un accordo con la Francia per acquistare aerei militari per 662 milioni di sterline.
Nell'ottobre del 2011, mentre l'Unione europea era in trattative per raggiungere un accordo su un secondo piano di salvataggio per la Grecia, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy furono ben chiari nel ricordare al governo greco che avrebbe dovuto, nonostante le condizioni di bilancio, onorare i pagamenti di tutti i contratti militari esistenti: come dire, sì a tagliare la spesa a favore dei cittadini, ma assolutamente continuare ad acquistare armi tedesche e francesi.
Risultato: mentre le spese sociali venivano tagliare del 9%, quelle militari salivano contestualmente fino al 18%. Forte la critica di Hilmar Linnenkamp, dell'Istituto tedesco per gli Affari internazionali e di sicurezza. Il funzionario ha descritto le vendite "totalmente irresponsabili" in un momento in cui il paese ellenico stava sprofondando in un circolo vizioso di debito e recessione. "Gli ultimi rapporti rivelano che nel 2010 la Grecia ha importato dalla Germania esattamente 223 obici e un sottomarino", ha detto Linnenkamp al quotidiano Die Zeit. "Il valore totale ha corrisposto a 403 milioni di euro: una somma che ha contribuito enormemente alla esplosione del debito pubblico della Grecia.
La Grecia si conferma uno dei maggiori importatori di armi nella regione del Mediterraneo, a causa della minaccia percepita dalla Turchia. L'esercito del paese, che si compone di 156.000 soldati, punta a mantenere la parità militare con la Turchia, sua "vicina ostile che ha una popolazione sette volte quella del paese".
In questo contesto, diretta è l'accusa di Martin Callanan, leader dei Conservative MEPs (Member of European Parliament, ovvero membro del Parlamento europeo): a suo avviso, alla Germania e alla Francia non importa nulla del futuro della Grecia. "Stanno di fatto erogando sussidi alle loro industrie della difesa attraverso i fondi di bail-out" a favore di Atene, ha detto al "Telegraph".
E lo stesso numero uno dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, pur in modo decisamente più diplomatico, si è espresso lo scorso 29 febbraio con queste parole: "E' scandaloso, davvero scandaloso, che non si riducano ulteriormente le spese militari" in Grecia e che "paesi virtuosi non riducano le loro esportazioni militari" verso questo paese. Per paesi virtuosi, si tende appunto
Germania e Francia da cui Atene è obbligata ad acquistare rispettivamente sottomarini ed elicotteri militari per svariati miliardi di euro.
Un lusso, secondo il funzionario, che il paese ellenico non può e non deve permettersi: il rimprovero a Francia e Germania è chiaro: come possono questi paesi incoraggiare da un lato misure di austerity in Grecia e dall'altro portare Atene ad acquistare le loro armi?
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Bruxelles - C'è sicuramente soddisfazione da parte dell'Eurogruppo sull'esito dello swap sul debito della Grecia, che è riuscito ad evitare un default disordinato. Nel comunicato si legge infatti che l'Eurogruppo "considera che ci sono le condizioni necessarie" per compiere gli ulteriori passi che porteranno all'approvazione finale del secondo piano di aiuti per la Grecia.
Secondo quanto si legge nella nota dell'Eurogruppo, ci sono ora le condizioni per "lanciare le procedure nazionali pertinenti per l'approvazione finale del contributo dell'eurozona al finanziamento del secondo programma di aggiustamento economico per la Grecia".
Dunque, scongiurata per ora la minaccia di un default disordinato. In questo contesto, cè qualcosa tuttavia che non quadra affatto, come ha messo in evidenza un articolo del Telegraph. Si avverte un senso di profonda ipocrisia da parte dell'Europa, in particolar modo da parte di paesi virtuosi come Francia e Germania, proprio quelli che più di tutti hanno malcelato la loro irritazione per i problemi ellenici.
Numeri alla mano, la Germania - sempre in prima linea nel chiedere misure di austerity "draconiane" ad Atene, misure che si sono abbattute soprattutto sul welfare - ha venduto alla Grecia armi e anche un sottomarino per un valore complessivo di 336 milioni di sterline, soltanto nel 2010 (anno in cui la Grecia sprofondò nella crisi e l'Unione europea iniziò a orchestrare aiuti per 200 miliardi di sterline). Sempre nel 2010, la Grecia aveva concluso un accordo con la Francia per acquistare aerei militari per 662 milioni di sterline.
Nell'ottobre del 2011, mentre l'Unione europea era in trattative per raggiungere un accordo su un secondo piano di salvataggio per la Grecia, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Nicolas Sarkozy furono ben chiari nel ricordare al governo greco che avrebbe dovuto, nonostante le condizioni di bilancio, onorare i pagamenti di tutti i contratti militari esistenti: come dire, sì a tagliare la spesa a favore dei cittadini, ma assolutamente continuare ad acquistare armi tedesche e francesi.
Risultato: mentre le spese sociali venivano tagliare del 9%, quelle militari salivano contestualmente fino al 18%. Forte la critica di Hilmar Linnenkamp, dell'Istituto tedesco per gli Affari internazionali e di sicurezza. Il funzionario ha descritto le vendite "totalmente irresponsabili" in un momento in cui il paese ellenico stava sprofondando in un circolo vizioso di debito e recessione. "Gli ultimi rapporti rivelano che nel 2010 la Grecia ha importato dalla Germania esattamente 223 obici e un sottomarino", ha detto Linnenkamp al quotidiano Die Zeit. "Il valore totale ha corrisposto a 403 milioni di euro: una somma che ha contribuito enormemente alla esplosione del debito pubblico della Grecia.
La Grecia si conferma uno dei maggiori importatori di armi nella regione del Mediterraneo, a causa della minaccia percepita dalla Turchia. L'esercito del paese, che si compone di 156.000 soldati, punta a mantenere la parità militare con la Turchia, sua "vicina ostile che ha una popolazione sette volte quella del paese".
In questo contesto, diretta è l'accusa di Martin Callanan, leader dei Conservative MEPs (Member of European Parliament, ovvero membro del Parlamento europeo): a suo avviso, alla Germania e alla Francia non importa nulla del futuro della Grecia. "Stanno di fatto erogando sussidi alle loro industrie della difesa attraverso i fondi di bail-out" a favore di Atene, ha detto al "Telegraph".
E lo stesso numero uno dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker, pur in modo decisamente più diplomatico, si è espresso lo scorso 29 febbraio con queste parole: "E' scandaloso, davvero scandaloso, che non si riducano ulteriormente le spese militari" in Grecia e che "paesi virtuosi non riducano le loro esportazioni militari" verso questo paese. Per paesi virtuosi, si tende appunto
Germania e Francia da cui Atene è obbligata ad acquistare rispettivamente sottomarini ed elicotteri militari per svariati miliardi di euro.
Un lusso, secondo il funzionario, che il paese ellenico non può e non deve permettersi: il rimprovero a Francia e Germania è chiaro: come possono questi paesi incoraggiare da un lato misure di austerity in Grecia e dall'altro portare Atene ad acquistare le loro armi?
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