La ribellione spagnola (contro l'euro-dittatura) e' cominciata

La ribellione spagnola e' gia' cominciata e lo ha fatto prima e con piu' intensita' del previsto. Come molti avranno gia' notato il premier Mariano Rajoy ha fatto sapere che non rispettera' il tetto del deficit di bilancio del 4,4% quest'anno.

Rifiutandosi di inchinarsi al diktat imposto in materia di austerita' dalle autorita' europee (Commissione Europea) e del Consiglio Europeo (ormai dirottato dalla coppia Merkel-Sarkozy), il leader conservatore ha preso una "decisione sovrana".

Ha annunciato l'intenzione di ignorare il target sul rapporto tra deficit e Pil e di imporre invece il proprio: 5,8% (in calo dall'8,5% del 2011). In venti anni di affari Ue, non si e' mai visto un atto cosi' forte e apertamente "indipendente" da parte di uno stato appartenente alla comunita'. Di solito i paesi minacciano di oltrepassare la linea di demarcazione, ma non osano farlo veramente.



D'altronde contesti straordinari richiedono misure ed eventi straordinari. E la congiuntura nella quale versa l'Eurozona, afflitta dalla crisi del debito sovrano - e dalla possibilita' che per la prima volta dalla nascita della moneta unica, nel 1999, un paese si veda costretto a uscire dall'area - si puo' definire senza dubbio straordinaria.

Rajoy si e' ribellato alle regole dettate da Bruxelles a margine del summit Ue, senza nemmeno prima notificare la commissione o gli altri leader omologhi Ue. Ha approfittato della situazione: l'economia si contrarra' dell'1,7% quest'anno e la disoccupazione raggiungere quota 24% della popolazione. Se a queste cifre si dovessero affiancare misure di austerita' maniacali sarebbe un piano indifendibile.

Almeno in questo modo la democrazia ha dimostrato di non potersi sacrificare e sopratutto di non poter sacrificare i propri cittadini in nome di ideologie reazionarie predeterminate. "Ya basta".

Le ultime dichiarazioni dell'editorialista del quotidiano Republica Pablo Sebastián dicono tutto e non lasciano spazio alle interpretazioni soggettive: "La Spagna non e' un vecchio paese che permettera' di essere umiliato dal Cancelliere tedesco".


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Commenti

Anonimo ha detto…
bravo!!! noi invece coi professori teste di cazzo, non solo siamo ostaggi dell'europa ma anche dell'india. questi prof ci costano soltanto. abbiamo di fatto aumentato il numero dei parlamentari e il nostro Bella Napoli ha fatto Monti senatore a vita per meriti che non si sa quali siano e che ci costa a vita (speriamo poco) 220.000 euro all'anno. e lui taglia pensioni, aumenta iva e quando saremo a giugno con l'imu ne vedremo delle belle. in cina l'avrebbero gia' messo al muro insieme ai suoi sostenitori.
ARAGORN THORONGIL ha detto…
Almeno in questo modo la democrazia ha dimostrato di non potersi sacrificare e sopratutto di non poter sacrificare i propri cittadini in nome di ideologie rerivoluzionarie come l'europa dei banchieri comunisti progressisti ideologie predeterminate. "Ya basta".

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