I lavoratori senza diritti delle FALSE cooperative, dimenticati dal mondo
La realtà delle "cooperative", o meglio delle FALSE cooperative, una forma di società che viene utilizzata per avere vantaggi fiscali e sfruttare quelli che figurano come "soci" ma in realtà sono lavoratori dipendenti. Senza diritti.
Se in alcuni casi la costituzione di "società cooperative" è un'ottima soluzione per gruppi di persone che vogliono costituire una società tra loro, all'interno della quale svolgono il ruolo di socio/titolare e lavoratore, l'altro lato della medaglia delle cooperative, è lo sfruttamento di quelli, che in realtà non sono "soci" - anche se "sulla carta" figurano come tali - ma lavoratori dipendenti privati dei loro diritti.
Le cooperative sane (ovvero come dovrebbe essere una cooperativa)
Dieci persone - per esempio - danno vita a una società cooperativa, che per esempio, lavora nell'ambito delle pulizie industriali. Ciascuna delle dieci persone è titolare del 10% della società, e lavora nella stessa. Percepisce uno stipendio concordato, e partecipa alla spartizione degli utili residui nella misura della sua percentuale di possesso della società. E' un'ottima soluzione per gestire aziende dove tutti i soci sono titolari e lavoratori.
Ma come al solito, c'è chi approfitta di questa possibilità per SFRUTTARE le persone. E' il caso di quei soci che in realtà sono veri e propri lavoratori dipendenti, tuttavia figurano come se fossero veri e propri soci, seppur in possesso di percentuali di proprietà quasi sempre insignificanti.
"Vuoi lavorare? Ok le condizioni sono queste... altrimenti vattene pure, troviamo un altro."
Queste società, che di "cooperativo" hanno solo il nome, hanno la possibilità, coperte dalla legge, di sfruttare il lavoratore, quasi sempre retribuito in modo inadeguato, al quale non spetta la copertura assicurativa in caso di malattia, la tredicesima mensilità, le ferie, i contributi INPS e gli altri diritti che gli spetterebbero se fosse assicurato come "lavoratore a tempo determinato" che sarebbe la tipologia contrattuale "naturale", dovuta a chi lavora con queste modalità.
Il fatto che questa "tipologia di contratto" (anche se in realtà non è un "contratto di lavoro") permette ai titolari di avere agevolazioni fiscali e di non ottemperare agli adempimenti retributivi/previdenziali previsti per i lavoratori dipendenti, ha fatto, negli ultimi anni, spuntare come funghi le "cooperative", al quale spesso le grandi aziende si rivolgono per delegare alcuni servizi (come le pulizie all'interno dell'azienda, le mense, etc.) fino alla gestione di alcuni reparti produttivi, o alcuni tipi di lavori.
Per esempio: un'azienda che produce bicchieri, fa sistemare ai propri lavoratori i prodotti su un pallet (un pancale) e poi si rivolge ad una cooperativa per la "scatolatura" del prodotto nelle "confezioni regalo", dove vengono adagiati dopo aver posto su ciascun pezzo un bollino, insieme a un depliant illustrativo del prodotto. Questo permette all'azienda in questione di avvalersi di meno lavoratori dipendenti, e di risparmiare sui costi di produzione. Se all'azienda in questione un lavoratore - tra stipendio, 13° mensilità, ferie, contributi, etc - costa 15€ all'ora, farlo fare alla cooperativa può costarne dieci, in quanto queste pagano meno tasse, e sopratutto, pagano meno i lavoratori, ai quali danno - per esempio - 6€ all'ora e basta, in molti casi, probabilmente, anche meno.
Una situazione molto simile a quella in cui si trovavano i lavoratori assunti come "co.co.co" e simili; persone che svolgono una mansione tale che richiederebbe l'inquadramento come "lavoratore dipendente", che vengono sfruttate in tutti i modi possibili, con la complicità della legge, che "guardacaso" permette tutto questo.
LA COSA BRUTTA, QUELLA CHE DISPIACE VIVAMENTE, è CHE QUESTI LAVORATORI SONO DIMENTICATI... provate ad effettuare una ricerca su Google, dove è possibile trovare praticamente qualsiasi cosa, anche quelle più strane... non troverete NIENTE su questa situazione! Non un sito o un blog che ne parli! Le uniche notizie disponibili sulle cooperative riguardano aspetti tecnici, pratiche legali e burocratiche... non c'è un solo articolo che descriva lo sfruttamento di questi "nuovi schiavi", che spesso svolgono lavori umili e faticosi, le "cooperative di servizi" che offrono manodopera per pulizie e facchinaggio sono moltissime... e la maggioranza di queste non sono COOPERATIVE di persone che si sono associate tra di loro, ma cooperative di sfruttamento, dove c'è qualche socio - magari parenti tra loro - che possiedono l' 80% della cooperativa, che guadagnano sul lavoro degli altri - per esempio - 20 "soci" che possiedono l'1% della cooperativa ciascuno... per questo motivo, invito i colleghi blogger (mi piacerebbe rivolgermi anche ai "giornalisti", ma chi lavora per le testate di regime certo non lo pubblica...) a parlare di questa nuova forma di sfruttamento, invito inoltre i lavoratori delle cooperative a raccontarci la loro esperienza... è bene che la gente sappia cosa sta succedendo... scrivete a noi e agli altri blog liberi che conoscete, ovvero le uniche "voci libere" rimaste in questo scellerato paese... gli unici mezzi di comunicazione davvero vicini ai cittadini. Anche se il problema non ti riguarda direttamente, non fregartene! Il dramma dell'Italia è proprio questo: ognuno pensa al proprio orticello, fregandosene degli altri. Ma un giorno chissà che anche tu non possa trovarti nelle condizioni di dover lavorare per una cooperativa, oppure potrebbe finirci tuo figlio, un tuo familiare...
Chiudiamo esprimendo solidarietà e vicinanza ai lavoratori sfruttati delle FALSE cooperative, SCUSATECI se non abbiamo mai affrontato la questione prima di oggi.
staff nocensura.com
Commenti
Appoggiato dalle leggi, noi lavoratori perdiamo ogni possibilità, anche quella di licenziarti per poter cercare qualcos'altro, se ti licenzi perdi la disoccupazione. Non so ancora bene se è questa crisi o altro ma da quando lavoro in cooperativa nonostante le centinaia di cv inviati ad altrettante ditte, non mi contatta mai nessuno. Mentre prima mi capitava spesso di dover rispondere che avevo già trovato lavoro.
In 2 anni hanno già cambiato nome 2 volte e ultimamente hanno anche cambiato sede. I dirigenti hanno dei macchinoni da paura mentre a noi ci hanno addirittura diminuito lo stipendio e considerando i vari periodi di calo di lavoro nei quali non ci pagano nemmeno la cassaintegrazione, siamo nella miseria più nera. Ma discutere con loro è assolutamente inutile, i sindacati sembrano avere le mani legate... Ormai siamo nella disperazione più totale...
Rimango volutamente vago per timore di ritorsioni. Qui, questa forma di sfruttamento ha trovato la sua naturale collocazione dato che storicamente e culturalmente il datore di lavoro è stato sempre (di fatto) il signore e padrone sul sottoposto anche di alto profilo.
Il mio disgusto riguarda coloro che dovrebbero vigilare su queste cose (la Guardia di Finanza per capirci) che non fa nulla pur sapendo di determinate situazioni.
Non sto parlando dei diritti dei lavoratori che non è affare loro ma di FRODE FISCALE. 2 sono i problemi: la convivenza e la scusa che senza una denuncia esplicita non possono fare nulla.
Se pretendiamo che un povero disgraziato con famiglia monoreddito e IN CALABRIA vada a fare una denuncia scritta verso un imprenditore che lo sta sfruttando a morte, sottopagandolo e quant'altro, stiamo freschi.
Ho capito che non stiamo parlando di casi di TANZI - PARMALAT e simili, ma è la somma che fa il totale, e di queste situazioni ce ne sono a decine di migliaia.
E specialmente adesso che, con la crisi, chi è in grado di fornire "fatica" è visto quasi come Cristo in terra, chi è che va a colpirli ?
Caro lettore, come avrai intuito da queste poche righe, la situazione sopra esposta era la mia.
ERA, perché ho fatto l'unica cosa umanamente possibile per riappropriarmi della mia dignità: ho dato le dimissioni da "SOCIO FONDATORE", rinunciato a beghe legali x TFR e ultimo stipendio (che tanto il VERO PADRONE non pagherà mai come ha già fatto per altri) e deciso, a 43 ANNI, di ricominciare tutto da capo NON CERTO IN CALABRIA MA NEANCHE IN ITALIA.
Con la ferma intenzione di non tornare mai più.
anche io mi trovo nella stessa situazione e come me circa 300 persone che lavorano nella mia stessa azienda... Oltre a stipendi da fame ( che tra l'altro arrivano puntualmente in ritardo) a non aver diritto a 13esima, alle ferie, siamo OBBLIGATI a fare straordinari ( che vengono sempre "richiesti" all'ultimo momento e senza darti la possibilità di rifiutarti) . Ad intervalli più o meno regolari perdiamo addirittura il diritto a fare una pausa ogni due ore per bere qualcosa di caldo e in base al livello di punizione che ci meritiamo vengono perfino chiusi i servizi igienici... siamo trattati peggio degli animali ma è l'unico lavoro ad ora disponibile e se ti permetti di fare un appunto la risposta è sempre la stessa... SE TI VA BENE E' COSI' ALTRIMENTI QUELLA E' LA PORTA.. Grazie per aver trattato questo argomento arginato da tutti!!!!