Miliardi di pianeti abitabili nella Via Lattea
Tramite la perlustrazione di milioni di stelle nel cielo notturno durata oltre sei anni, i ricercatori hanno scoperto che la maggioranza delle 100 miliardi di stelle nella Via Lattea hanno pianeti simili alla Terra o Mercurio, Venere o Marte, e altri pianeti simili al Sistema Solare che ci ospita.
Si stima che nella Via Lattea ci sono circa 10 miliardi di stelle con pianeti nella “zona abitabile” – la distanza dalla stella dove possono essere trovati pianeti solidi – molti dei quali potrebbero (in teoria) essere in grado di sostenere la vita.
Il dottor Martin Dominik, un ricercatore tedesco della St. Andrews University, ha dichiarato: “anche se la vita esistesse solo in un pianeta in ogni Galassia, ce ne sarebbero almeno 100 miliardi nell’Universo. Ancora non abbiamo le prove della vita su un altro pianeta, e potremmo essere unici, ma di fronte a questi numeri sembra altamente improbabile. C’è un piccolo numero di pianeti, sui quali si pensa si possa ospitare la vita, un piccolo numero di candidati con quello che noi crediamo possano avere le condizioni giuste”.
Il dottor Martin Dominik, un ricercatore tedesco della St. Andrews University, ha dichiarato: “anche se la vita esistesse solo in un pianeta in ogni Galassia, ce ne sarebbero almeno 100 miliardi nell’Universo. Ancora non abbiamo le prove della vita su un altro pianeta, e potremmo essere unici, ma di fronte a questi numeri sembra altamente improbabile. C’è un piccolo numero di pianeti, sui quali si pensa si possa ospitare la vita, un piccolo numero di candidati con quello che noi crediamo possano avere le condizioni giuste”.
Più di 1.000 pianeti sono stati già individuati nella Via Lattea, ma i due diversi metodi utilizzati per trovarli sono più adatti a quelli che sono grandi e vicini alla loro stella ospite – a differenza di qualsiasi cosa nel Sistema Solare che ci ospita.
Utilizzando una terza tecnica nota come “microlensing gravitazionale” (vedi immagine sopra), il team internazionale di astronomi è stato in grado di confermare l’esistenza di pianeti a una distanza simile dalla loro stella come la Terra, senza vederli direttamente.
Uffe Gråe Jørgensen dell’Università di Copenhagen, un altro dei ricercatori, ha dichiarato: “i nostri risultati mostrano che i pianeti orbitanti attorno a stelle sono più la regola che l’eccezione. In un tipico Sistema Solare circa quattro pianeti hanno orbite nella zona terrestre, che è la distanza dalla stella dove si possono trovare pianeti solidi. In media ci sono 1,6 pianeti nella zona intorno le stelle che corrisponde alla zona tra Venere e Saturno”.
La tecnica del “microlensing” richiede due stelle posizionate in linea retta dalla Terra, ciò la luce da quella di dietro è amplificata dalla gravità di quella di fronte, come una lente di ingrandimento.
Nel momento in cui le due stelle passano una rispetto all’altra la luminosità aumenta costantemente e diminuisce ancora, ed ogni sobbalzo inaspettato in questa fase di transizione indica un pianeta orbitante attorno alla stella in primo piano.
Il sobbalzo sarebbe solo visibile se il pianeta fosse tra 1,5 miliardi e 75 milioni di chilometri dal suo Sole – che nel Sistema Solare che ci ospita sarebbe compreso tra Venere e Saturno. Ciò significa che il metodo è perfettamente adatto per trovare pianeti ad una “distanza simile alla Terra” dalla stella.
I ricercatori hanno effettuato 500 osservazioni ad alta risoluzione delle stelle tra il 2002 e il 2007. In 10 casi hanno potuto direttamente rilevare i segni di un pianeta, e nel resto hanno usato analisi statistiche per stimare quanti pianeti fossero nella loro orbita.
La tecnica è stata in grado di rilevare pianeti con masse di cinque volte le dimensioni della Terra a dieci volte quella di Giove.
Su una media di sei stelle un pianeta aveva una massa simile a Giove, mentre la metà ne aveva uno con una massa simile a Nettuno e due terzi contenevano “Super Terre”.
Fonte – The Telegraph, 13 gennaio 2012, traduzione italiana a cura di Antonio De Comite del Pubblicato da Centro Ufologico Ionico, si veda anche il Sito di Hubble con l’approndimento della notizia
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