Gli amici del tunisino 21enne ucciso dalla polizia protestano, la polizia carica


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In corteo per le strade della città ligure per chiedere "giustizia e verità" per Karim Talbi, il ventenne tunisino che ha perso la vita sulla A12 dopo un inseguimento con la polizia. Momenti di tensione alla stazione di Pisa, quando gli agenti caricano i manifestanti che vogliono prendere il treno Intercity Roma-Genova. Forse stasera la salma verrà ricondotta a Pisa prima di partire per la Tunisia

Già nella giornata di giovedì 19 gennaio la morte di Karim Talbi aveva fatto scendere in strada un centinaio di appartenenti alla comunità tunisina di Pisa. Il ventenne tunisino - residente in città - aveva perso la vita sulla A12 nella notte tra lunedì e martedì, dopo un inseguimento della polizia stradale, in circostanze ancora tutte da chiarire.
Il corteo si è mosso lungo le vie del centro, esprimendo solidarietà alla famiglia del giovane ucciso e vicinanza al fratello minorenne della vittima che vive a Pisa. "Chiediamo giustizia per l'accaduto", hanno chiesto i manifestanti.
La vicenda che ha visto Karim Talbi perdere la vita è tuttora al vaglio degli inquirenti. Una storia dai contorni ancora non chiariti, ma il cui tragico esito è evidente: un ragazzo ucciso da un colpo di pistola alle spalle. Secondo quanto spiegato dalle polizia stradale, il giovane si sarebbe trovato a bordo di un'auto con altre tre persone quando incappano in un posto di blocco situato sulla A12 per un'operazione antidroga. L'auto non si sarebbe fermata all'alt degli agenti che si lanciano così all'inseguimento. Dopo quasi quindici minuti di corsa, l'auto si ferma e i suoi passeggeri avrebbero tentato di fuggire attraverso i campi che costeggiano quella parte di A12. Uno dei poliziotti coinvolti nell'operazione spara in aria per arrestarne la fuga, mentre un suo collega colpisce alla schiena proprio Karim Talbi. L'agente si giustificherà poi dicendo di aver notato uno scintillio sospetto e di aver sentito sopra la sua testa uno sparo e per questo di aver sparato a sua volta.

I passeggeri superistiti hanno più volte testimoniato, invece, che sull'auto erano in tre e non in quattro (due infatti risulteranno alla fine i fermati della polizia). E ancora: la pistola con la quale Karim o uno degli altri passeggeri avrebbe sparato - secondo quanto riportato dalla polizia - non è stata ancora ritrovata.
Il corpo del giovane tunisino è stato condotto a La Spezia dove, proprio nella giornata di ieri (venerdì 20 gennaio), è stato sottoposto all'autopsia che dovrebbe approfondire alcuni aspetti di questa drammatica vicenda.
E momenti di tensione ci sono stati ieri mattina alla stazione ferroviaria di Pisa tra alcuni appartenenti alla comunità tunisina pisana e le forze di polizia. Come già annunciato a seguito dell'assemblea che aveva concluso il corteo di giovedì, la comunità si sarebbe spostata a La Spezia, per chiedere giustizia.
Una delegazione del gruppo in partenza - per rispettare l'appuntamento dato anche ad altri connazionali a La Spezia - ha chiesto alla Ferrovie la possibilità di acquistare un biglietto-comitiva per l'Intercity Roma-Genova delle 9.45. La risposta è stata quella di poter accordare uno sconto di un euro a biglietto (12 anziché 13 euro).
Mentre la delegazione trattava, il gruppo diretto a La Spezia si era già posizionato sul binario 5, presso il quale il treno sarebbe arrivato. Secondo il racconto del portavoce della comunità, Said Talbi, la delegazione stava ancora spiegando ai propri connazionali quanto accordato, quando il personale di Trenitalia ha cominciato ad avvicinare uno a uno i passeggeri presenti sulla banchina per avvisarli a voce che il treno sarebbe arrivato al binario 1. "L'intento - secondo Said Talbi - era quello di escludere i manifestanti tunisini dal treno quando ancora una scelta sul biglietto non era stata concordata".
A quel punto le decine di manifestanti presenti sulla banchina 5 della stazione sono corsi verso il sottopassaggio intenzionati a salire sul treno che avevano scelto come soluzione di viaggio, ma a bloccarli hanno trovato un cordone della polizia equipaggiata con caschi e manganelli. Qui la polizia per fermare i manifestanti e non farli avanzare ha caricato alcuni di loro. Said Talbi ha riferito di tre feriti - è accorsa alla stazione anche un'ambulanza - uno al braccio, un altro alla testa, e un terzo (minorenne) a braccia e schiena.
"Quanto accaduto è grave - ha dichiarato lo stesso Sai Talbi. Noi non abbiamo operato alcuna infrazione. Stavamo decidendo il da farsi quando ci siamo accorti della 'manovra' di Trenitalia. A quel punto la situazione si è inasprita e ci hanno caricato".
L'Intercity Roma-Genova parte così senza i manifestanti i quali vengono dirottati su un regionale diretto a La Spezia - per il quale hanno pagato regolare biglietto - sempre sorvegliati dalle forze dell'ordine.
Arrivati nella città ligure hanno sfilato per le vie del centro diretti verso l'obitorio, esibendo cartelli e scandendo slogan in cui chiedono "verità e giustizia". "Chediamo giustizia - ha spiegato Sahid Talbi. Non è giusto che un ragazzo di 20 anni venga ucciso in modo così barbaro. La comunità si costituirà parte civile". Imponente il servizio di sicurezza organizzato dalla forze dell'ordine. Ma non è stato registrato alcun incidente, né momenti di tensione.
Al loro ritorno, i manifestanti hanno ricevuto la visita e la solidarietà di altre comunità migranti presenti in città, dalla filippina alla bengalese, dalla cinese alla senegalese. Nel corso della serata, poi, hanno chiesto alla Questura - per mezzo di un legale - che venisse emesso un permesso di soggiorno per il fratello minorenne di Karim, attualmente in affidamento presso un cugino. Lo stesso potrebbe così accompagnare la salma del giovane al suo rientro in tunisia.
Intanto, la comunità tunisina ha anche chiesto di incontrare sindaco, questore e prefetto per discutere di quanto accaduto alla Stazione ieri mattina. "Pretendiamo chiarezza", è stata la richiesta.
E' atteso per oggi il rientro a Pisa della salma di Karim Talbi.

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