ACTA, la censura dela rete. Il cappio delle lobby si chiude sulla libertà
Ricevuto & pubblicato da Sebastiano Simionato per nocensura.com
Oggi (Giovedì 26 Gennaio), l'Unione Europea si è ritrovata nella città di Tokyo per discutere e approvare il provvedimento ACTA. Questo acronimo, sta per Anti-Counterfeiting Trade Agreement, ossia un accordo commerciale atto a preservare tutte le forme di diritto intellettuale.
L'accordo, sottoscritto da quaranta paesi in tutto il mondo, prevede che i possessori di qualsiasi tipo di copyright, se dotati non di prove, bensì di puri e semplici sospetti riguardo allo scaricamento di contenuti illegali, possano ottenere dai provider tutte le informazioni sui presunti sospetti e nel peggiore dei casi, ordinare agli stessi provider di bloccare a tali utenti la connessione a internet.
Essendo un accordo di tipo universale, questo mette in serie difficoltà anche le Organizzazioni Non Governative che si occupano di sperimentare nuovi medicinali, in quanto essendo basati su brevetti registrati dalle grandi case farmaceutiche, risulterebbero di per se stessi illegali e quindi non producibili né distribuibili.
Molti sono gli esempi dei danni che questa proposta potrebbe portare, ma ciò che è più importante sapere è ben altro: in primo luogo, per ottenere i dati da utenti o utilizzatori di prodotti considerati illegali, le aziende non avranno il benché minimo obbligo di passare attraverso organi giudiziari, cosa che si estende anche alle sanzioni che potranno infliggere.
Per quanto riguarda le sanzioni, eccezion fatta per il blocco dell'accesso a internet, ben poco si sa. Il motivo? Questo accordo, che prevede al suo interno organizzazioni di enorme potere come la RIAA (Recording Industry Association of America) e la MPAA (Motion Pictures Association of America) e gode dell'appoggio ufficiale dell'Agenzia per il Commercio degli Stati Uniti, è stato interamente stilato a porte chiuse, redatto solo ed esclusivamente dalle parti interessate con l'appoggio dei governi e delle industrie facenti parti delle dette organizzazioni, nonché molte altre.
Un altro aspetto di fondamentale importanza, che potrebbe sembrare implicito ma va comunque sottolineato, è stata il totale non-coinvolgimento di adeguate controparti, necessarie per discutere in maniera democratica un qualsiasi accordo o legge.
Un tale provvedimento, viola palesemente i nostri diritti costituzionali. L'Articolo 13 della nostra costituzione recita:
“La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi previsti dalla legge. In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di Pubblica sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore all'Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e restano privi di ogni effetto. È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà. La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva.”A seguire l'Articolo 15:
“La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'Autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge.”
Nonostante queste prove inconfutabili riguardanti l'illegalità di un simile provvedimento, il nostro, come molti altri governi coinvolti che presentino leggi affini alle nostre, accetta sotto silenzio una simile barbarie della libertà, ignorando le proteste di qualsiasi tipo di associazione o schieramento politico, prendendo il mondo per ignoranza e sfruttando il silenzio come mezzo di propagazione.
Sebastiano Simionato per nocensura.com
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