L’operazione trasparenza promessa dal governo è ancora sulla carta
Il 18 novembre, Sergio Rizzo dalle colonne del Corsera chiedeva ai neo-ministri di cambiare rotta pubblicando online redditi e patrimoni personali. Subito l'esecutivo rispose positivamente, ma, a più di un mese di distanza, non è stato fatto niente. E molti membri dell'esecutivo, compreso Monti, non hanno neanche una biografia sui siti istituzionali
Inevitabile chiedersi se e quando sia prevista la pubblicazione di quanto richiesto. Si riparte ancora una volta dal sito Internet dell’esecutivo. Navigando ci si imbatte nel numero dell’ufficio stampa. Chiamandolo risponde la sala stampa di Palazzo Chigi, certo non il referente ideale per dirimere una simile questione. Dall’altra parte della cornetta giustamente informano: “Noi possiamo solo inviare comunicati stampa ufficiali, non possiamo dare queste risposte”. Poi con gentilezza e professionalità invitano a contattare il direttore dell’ufficio stampa. Risponde un signore altrettanto cortese e professionale, che spiega di non sapere proprio a chi chiedere poi, entrando nel merito, azzarda: “sarà una questione tecnica” ma, per evitare inutili confusioni si informa: “Ma lo ha contattato Peluffo (Paolo Peluffo, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Comunicazione, ndr)? No, perché è lui il portavoce, queste questioni le può sapere solo lui”. Inutile chiedere se c’è un numero diretto: “le conviene chiamare il centralino”. Dal centralino di Palazzo Chigi si arriva in due squilli alla segreteria del sottosegretario Peluffo. Anche qui, con cortesia e professionalità, cascano dal pero: “Ma non capisco perché le abbiano detto di chiamare noi… faccia una cosa, mandi una email”. Detto fatto. La richiesta è stata inviata il 27 dicembre alle 15 e 21, la risposta non è ancora arrivata. Aspettiamo con fiducia.
Ma non finisce qui. Non solo non sono stati pubblicati i redditi ma sul sito del Governo alla voce “ministri” non è nemmeno possibile consultare i curricula di tutti i componenti dell’esecutivo. Ce ne sono solo 14 su 47. L’elenco dei curricula mancanti è lungo, tra un sottosegretario e l’altro, spiccano, tra gli altri, i nomi di Elsa Fornero, Piero Giarda, Filippo Patroni Griffi, Anna Maria Cancellieri, Corrado Passera, Giampaolo di Paola, Corrado Clini, Renato Balduzzi e dello stessoMario Monti. Probabilmente tutti troppo occupati a salvare l’Italia per spendere due minuti nel completamento dei loro profili sui siti web istituzionali. Eppure sui singoli siti dei ministeri nella maggior parte dei casi non mancano brevi note biografiche. È così per Annamaria Cancellierisul sito dell’Interno e per Renato Balduzzi sul sito del ministero della Salute. È così anche sul sito del ministero della Pubblica Amministrazione guidato da Filippo Patroni Griffi e per il ministro della Giustizia Paola Severino Di Benedetto. Nemmeno l’ammiraglio Giampaolo Di Paola ha mancato di pubblicare le note che lo riguardano. Il sito del ministero dello Sviluppo Economico offre un dettagliato resoconto della vita professionale di Corrado Passera. In tutti questi casi per fare bella figura sarebbe bastato un copia e incolla dalle pagine dei singoli ministeri a quelle del sito del Governo.
Gli unici ministri carenti anche sotto il profilo del curriculum professionale sono Moavero Milanesi,Giarda e Mario Monti che sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze e su quello dellaPresidenza del consiglio dei ministri si limita a ricordare di essere “Nato il 19 marzo 1943 a Varese”, aggiungendo poi che “il 9 novembre 2011 è nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica”. Si può fare di più.
Pubblicazione di redditi, patrimoni personali, rapporti professionali recenti e interrotti, relazioni con imprese o gruppi di pressione. Di questo parlava Sergio Rizzo quando lo scorso 18 novembre ha chiesto ai neoministri di cambiare l’aria del palazzo, imboccando la strada della piena trasparenza. Appena un giorno dopo, a sorpresa, i ministri del governo Monti avevano offerto ampie rassicurazioni in merito alla piena adozione di una politica in linea con le richieste del co-autore de “La Casta”. Come ricorda lo stesso giornalista sul Corriere della Sera del 27 dicembre, è passato più di un mese dal giorno in cui i membri dell’esecutivo hanno assunto quell’impegno, ma ad oggi della pubblicazione dei redditi non c’è traccia. E quando si cerca di fare un po’ di luce su questa dimenticanza, si capisce ben presto che è praticamente impossibile trovare risposte certe in tempi brevi. Sulle pagine del sito del Governo, alla voce “operazione trasparenza” si accede ad un lungo elenco di incarichi e nomine, stipendi di dirigenti e consulenze. Una buona pratica inaugurata con la Finanziaria del 2008, che non soddisfa nemmeno in parte la domanda di chiarezza rivolta al Governo.
Inevitabile chiedersi se e quando sia prevista la pubblicazione di quanto richiesto. Si riparte ancora una volta dal sito Internet dell’esecutivo. Navigando ci si imbatte nel numero dell’ufficio stampa. Chiamandolo risponde la sala stampa di Palazzo Chigi, certo non il referente ideale per dirimere una simile questione. Dall’altra parte della cornetta giustamente informano: “Noi possiamo solo inviare comunicati stampa ufficiali, non possiamo dare queste risposte”. Poi con gentilezza e professionalità invitano a contattare il direttore dell’ufficio stampa. Risponde un signore altrettanto cortese e professionale, che spiega di non sapere proprio a chi chiedere poi, entrando nel merito, azzarda: “sarà una questione tecnica” ma, per evitare inutili confusioni si informa: “Ma lo ha contattato Peluffo (Paolo Peluffo, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla Comunicazione, ndr)? No, perché è lui il portavoce, queste questioni le può sapere solo lui”. Inutile chiedere se c’è un numero diretto: “le conviene chiamare il centralino”. Dal centralino di Palazzo Chigi si arriva in due squilli alla segreteria del sottosegretario Peluffo. Anche qui, con cortesia e professionalità, cascano dal pero: “Ma non capisco perché le abbiano detto di chiamare noi… faccia una cosa, mandi una email”. Detto fatto. La richiesta è stata inviata il 27 dicembre alle 15 e 21, la risposta non è ancora arrivata. Aspettiamo con fiducia.
Ma non finisce qui. Non solo non sono stati pubblicati i redditi ma sul sito del Governo alla voce “ministri” non è nemmeno possibile consultare i curricula di tutti i componenti dell’esecutivo. Ce ne sono solo 14 su 47. L’elenco dei curricula mancanti è lungo, tra un sottosegretario e l’altro, spiccano, tra gli altri, i nomi di Elsa Fornero, Piero Giarda, Filippo Patroni Griffi, Anna Maria Cancellieri, Corrado Passera, Giampaolo di Paola, Corrado Clini, Renato Balduzzi e dello stessoMario Monti. Probabilmente tutti troppo occupati a salvare l’Italia per spendere due minuti nel completamento dei loro profili sui siti web istituzionali. Eppure sui singoli siti dei ministeri nella maggior parte dei casi non mancano brevi note biografiche. È così per Annamaria Cancellierisul sito dell’Interno e per Renato Balduzzi sul sito del ministero della Salute. È così anche sul sito del ministero della Pubblica Amministrazione guidato da Filippo Patroni Griffi e per il ministro della Giustizia Paola Severino Di Benedetto. Nemmeno l’ammiraglio Giampaolo Di Paola ha mancato di pubblicare le note che lo riguardano. Il sito del ministero dello Sviluppo Economico offre un dettagliato resoconto della vita professionale di Corrado Passera. In tutti questi casi per fare bella figura sarebbe bastato un copia e incolla dalle pagine dei singoli ministeri a quelle del sito del Governo.
Gli unici ministri carenti anche sotto il profilo del curriculum professionale sono Moavero Milanesi,Giarda e Mario Monti che sul sito del ministero dell’Economia e delle Finanze e su quello dellaPresidenza del consiglio dei ministri si limita a ricordare di essere “Nato il 19 marzo 1943 a Varese”, aggiungendo poi che “il 9 novembre 2011 è nominato Senatore a vita dal Presidente della Repubblica”. Si può fare di più.
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