Arti amputati con la sega, occhi cavati. Nuove rivelazioni sulle torture USA in Iraq
Erano venuti per portare Democrazia e Libertà; almeno così avevano annunciato. Portarono guerra, distruzione e atrocità, e solo col passare del tempo si apprende di cosa furono capaci.
Il rappresentante del sindacato dei prigionieri iraqeni ha rivelato all’agenzia “Al-Iraq News”, che violentare, tagliare gli arti con la sega elettrica, spruzzare acido sul corpo, perforare il corpo con cacciavite elettrico, togliere le unghia e cavare gli occhi sono alcune delle torture inflitte dagli americani ai prigionieri iraqeni nelle prigioni segrete sparse per l’Iraq.
Una conferenza tenutasi nel 2008 con la cooperazione dell’Università di Bruxelles, in Belgio, riuscì a rivelare alcune delle verità e dei dati sconcertanti su ciò che hanno commesso gli americani nelle prigioni segrete ai danni dei poveri iraqeni.
Resoconto di Human Rights Watch
Nel 2008 HRW pubblicò un rapporto che rivelò che gli americani avevano imprigionato nelle carceri segrete 25 mila iraqeni senza nemmeno sapere della loro colpevolezza; senza aver nemmeno comunicato loro il perchè dell’arresto e senza naturalmente un processo. Secondo il rapporto Onu dello stesso anno i numeri sono più o meno gli stessi. Sono 38 mila i prigionieri iraqeni e di questi 18 mila si trovano nelle prigioni gestite dagli americani. Molto differente è invece il numero dato dalla croce rossa internazionale. 60 mila sono i prigionieri in tutto e circa la metà si troverebbero nelle mani degli americani.
I quattro “gruppi” di prigionieri iraqeni e i centri di detenzione
I documenti pubblicati dal sindacato dei prigionieri iraqeni rivelano che gli Usa avevano diviso in quattro “gruppi” i loro prigionieri iraqeni.
Il primo gruppo era quello delle persone arrestate durante le operazioni militari tra il 20 marzo ed il 9 aprile 2003.
Il secondo gruppo, noto come lista nera, comprendeva i 55 alti responsabili del regime Baath ed il primo della lista era Saddam.
Il terzo gruppo era quello delle persone arrestate con l’accusa di aver collaborato con i terroristi.
Il quarto gruppo era quello dei delinquenti comuni.
Le principali strutture di detenzione in Iraq erano quelle di Buka, Kruber e Suse.
Buka si trova nella città di Umm-ul-Qasr, nella regione di Bassora. Kruber su trova vicino all’aeroporto internazionale di Baghdad e Suse nella regione di Suleimanyah, nel nord dell’Iraq. La più grande tra tutte e Buka che dovrebbe contenere qualcosa come 20 mila prigionieri. Gli americani, inoltre, hanno costruito in tutto l’Iraq 32 campi ed in ognuno di essi vengono detenuti circa 500 iraqeni appartenenti a diverse etnie e confessioni religiose. La stragrande maggioranza dei centri di detenzione sono chiusi alle organizzazioni internazionali e solo di rado è possibile fare ispezioni.
Le torture
Il sindacato dei prigionieri iraqeni, per cui ha parlato il portavoce Al-Yaseri, ha elencato tutta una lista di azioni che venivano compiute ai danni degli iraqeni in cella.
I prigionieri venivano ammassati volontariamente in celle che non avevano posto sufficiente per contenerli. Venivano trasferiti in cellule solitarie per lungo tempo. I prigionieri venivano picchiati violentemente e offesi. Le botte venivano date con cavi elettrici.
Erano costretti a rimanere nudi. I soldati americani poi, di solito, urinavano sui loro corpi.
Erano costretti a rimanere nudi nel freddo o nel caldo intenso per lunghi periodi; altre volte venivano appesi al soffitto.
Per i più resistenti la tortura era quella di amputare gli arti o parti sensibili del corpo con la sega elettrica. Il corpo dei detenuti alle volte veniva perforato con il cacciaviti elettrico. Le unghie venivano levate e venivano persino cavati gli occhi.
Anche l’acido veniva versato sui corpi dei prigionieri.
La domanda ora è questa: dopo questi orrori, commessi dagli americani, non è una illusione credere che gli iraqeni dimenticheranno?
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Spero che gli iracheni non dimentichino nulla..