Paolo Barnard a Berlusconi: per il nostro bene, non si dimetta
«Presidente Berlusconi, per il bene dell’Italia non si dimetta». Firmato: Paolo Barnard. Autore di un drammatico appello al premier ormai uscente: l’Italia in queste ore è vittima di un «colpo di Stato finanziario di proporzioni storiche», per usare una definizione dell’economista americano Michael Hudson. «Le famiglie italiane e il Suo governo non devono pagare per colpe non loro», scrive Barnard a Berlusconi: «Lei deve dire alla nazione ciò che sta veramente accadendo, e chi ci ha condotti a questo dramma». E’ un piano franco-tedesco, dice Barnard, pensato fin dal lontano 1943 con un unico obiettivo: colpire l’Europa del Sud a beneficio di quella del Nord.
Giornalista già a fianco di Santoro all’epoca di “Samarcanda” e poi della Gabanelli con “Report”, Paolo Barnard è divenuto una delle massime voci critiche, in Italia, contro quella che considera una “resa” all’euro, propiziata dal centrosinistra, a esclusivo vantaggio dell’élite finanziaria mondiale. Tra gli ispiratori della protesta americana “Occupy Wall Street”, Barnard collabora da anni con il gruppo di macroeconomisti del Levy Institute Bard College di New York sulla crisidell’Eurozona, sotto la guida del professor Randall Wray dell’Università del Missouri Kansas City, che coordina altri 10 colleghi inglesi e australiani. Con una lettera-appello pubblicata l’11 novembre, Bernard esortaBerlusconi a «salvare la nazione» ricordando che l’Euro «fu disegnato precisamente per affossare gli Stati del sud Europa, fra cui l’Italia».
Dalle pagine del “Financial Times”, del “Wall Street Journal” e persino del “New York Times”, da mesi economisti del calibro di Martin Wolf, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, Nouriel Roubini e Marshall Auerback stanno suggerendo all’Italia la via d’uscita, come hanno fatto il professor Alain Parguez dell’Università di Besançon e altri economisti come Mosler, Tcherneva, Hudson e lo stesso Wray. Nel dettaglio, aggiunge Barnard, i migliori macroeconomisti del mondo hanno scritto che l’Italia è stata «condannata a un’aggressione senza precedenti, da parte dei mercati, dall’operato dei governi di centrosinistra» che hanno preceduto Berlusconi, «poiché essi hanno portato il nostro Paese nel catastrofico costrutto dell’Eurozona».
L’Euro, continua Barnard, fu pensato nel 1943 dal francese François Perroux con il dichiarato intento di «togliere agli Stati la loro ragion d’essere». La moneta unica è infatti un progetto franco-germanico da quasi mezzo secolo, sviluppato da uomini-chiave come Attali, Delors, Issing e Weigel, «col fine di congelare le svalutazioni competitive d’Italia e Spagna, e col fine di deprimere i redditi del sudEuropa per delocalizzare in esso manodopera industriale per l’esclusivo vantaggio del Neomercantilismo franco-tedesco». Specificamente, «la moneta unica esclude un prestatore di ultima istanza sul modello Federal Reserve Usa, proprio per portare la sfiducia dei mercati sui debiti dell’Eurozona», che non sono più sovrani, dato che l’Euro «è moneta che ogni Stato può solo usare, non emettere, e che ogni Stato deve prendere in prestito dai mercati di capitali privati che lo acquisiscono all’emissione».
L’Euro è «moneta di nessuno, non sovrana per alcuno», e rappresenta la distruzione del fondamento più importante della macroeconomia di Stato, che è l’“Ability to pay”, cioè la capacità di uno Stato di onorare sempre il proprio debito emettendo la propria moneta sovrana. L’attuale aggressività dei mercati contro il nostro Paese (ed altri) è dovuta in larghissima parte proprio alla loro consapevolezza della nostra perdita di “Ability to pay”, la cui presenza è infatti l’unica rassicurazione che può calmare i mercati. Motivo per il quale il Giappone dello Yen sovrano, che registra il 200% di debito/Pil, non è da essi aggredito e ha inflazione vicina allo 0%. Motivo per cui l’Italia della Lira sovrana mai si trovò in condizioni simili al dramma attuale, nonostante parametri ben peggiori di quelli oggi presenti.
Le misure “lacrime e sangue” vengono imposte «proprio perché il nostro debito pubblico non è più sovrano, a causa dell’adozione di una moneta non sovrana». Infatti, ogni spazio di manovra del governo (più crescita, meno debito) è stato annullato dall’adozione della moneta unica, che l’Italia non può emettere come invece fanno Usa o Giappone. «Si tratta di una perdita di sovranità governativa senza precedenti». L’Euro e i Trattati europei che l’hanno introdotto, «sbandierati a salvezza nazionale dal centrosinistra», oggi stanno «umiliando l’Italia, nazione che ha uno dei risparmi privati migliori del mondo, 9.000 miliardi in ricchezza privata, una capacità industriale invidiata dai G20, banche assai più sane della media occidentale, e parametri di deficit che sono inferiori ad altri Stati dell’Eurozona».
Berlusconi? «Sarà il capro espiatorio», mentre gli italiani soffriranno «conseguenze devastanti per generazioni». Di qui l’appello al premier: «Lei deve e può denunciare pubblicamente la realtà di questa moneta disegnata per fallire. Lei può e deve smascherare le responsabilità del centrosinistra italiano e dei governi “tecnici” in queste scelte sovranazionali catastrofiche». Barnard comunica a Berlusconi che il team di macroeconomisti accademici del Levy Institute Bard College di New York e dell’Università del Missouri Kansas City, quelli che hanno strutturato il piano Jefes che ha resuscitato l’Argentina, scuotendola dal default fino a farla diventare una delle economie più in crescita del mondo, sono a disposizione per definire una strategia capace di salvare l’Italia da «un destino tragico e che non meritiamo».
Mai stato un elettore di Berlusconi, chiarisce Barnard, che avrebbe «cose dure da dire» sul segno che la “discesa in campo” del Cavaliere ha lasciato in Italia. «Ma non sono un cieco fanatico vittima della cultura dell’odio irrazionale che ha posseduto gli elettori dell’opposizione in questo Paese», aggiunge Barnard, che definisce «falsari ideologici disprezzabili» editorialisti come Eugenio Scalfari e Paolo Flores d’Arcais e «scherani mediatici» giornalisti come Santoro e Travaglio. «Mi ripugna che Lei sia bollato come il responsabile di colpe che Lei non ha – dice Bernard a Berlusconi – e che sono tutte a carico del centrosinistra italiano. Incolpare un innocente, per quanto criticabile egli sia, è sempre inaccettabile».
Ma soprattutto, «se l’Italia verrà consegnata dal golpe finanziario in atto contro di noi, e da elettori sconsiderati e ignoranti, nelle mani del Partito Democratico, per noi sarà la fine», continua Barnard. «Sarà l’entrata trionfale a Roma dei carnefici del Neoliberismo più impietoso, sarà la calata della Shock Therapy su un popolo ignaro, cioè il saccheggio del bene comune più scientificamente organizzato di ogni tempo, quello che nell’Est europeo ha già mietuto più di 40 milioni di vite in due decadi, senza contare le sofferenze sociali inenarrabili che porta con sé. I volti di Mario Monti, di Massimo D’Alema, di Mario Draghi, di Romano Prodi, dell’infimo Bersani – aggiunge Barnard – sono le maschere funebri di questa nazione», oggi rilanciati dal «cerimoniere» Napolitano.
«Mi rendo conto che i miei connazionali non hanno la più pallida idea di ciò che il centrosinistra italiano ha già inflitto al nostro Paese, di ciò che gli infliggerebbe se salisse al governo, ma soprattutto di chi li guida dietro le quinte», conclude Barnard. «Le eminenze grigie sono le élite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste, gente senza nessuna pietà». Accorato l’appello a Berlusconi: «Resista Presidente, affinché Lei possa usare il tempo che Le rimane per smascherare il “colpo di Stato finanziario” che sta travolgendo, fra gli altri, la nostra Italia. I mercati finanziari della “classe predatrice”, così ben descritta nella sua abiezione dall’americano James Galbraith, la odiano a morte, ci odiano a morte. Sia, Presidente, colui che piazza la mina nei cingoli della loro macchina infernale, rivelandone l’inganno chiamato Euro e Trattato di Lisbona. Gli italiani non lo faranno. Non ne sono capaci».
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