Le "baby" pensioni ci costano 163,5 milioni di euro all'anno
''Mentre si discute sull'innalzamento dell'eta' pensionabile, non si possono dimenticare gli effetti di lunga durata sulla spesa pubblica di un fenomeno come le baby pensioni che costano allo Stato 163,5 miliardi.
Una sorta di 'tassa' pari a 6.630 euro a carico di ciascuno dei 24.658.000 lavoratori italiani''.
Il calcolo e' di Confartigianato che ha analizzato quanto pesano sul bilancio statale e sulle tasche dei cittadini, in termini di mancate entrate e maggiori uscite, le 531.752 pensioni di vecchiaia e di anzianita' concesse a lavoratori pubblici e privati che sono andati in pensione con meno di 50 anni di eta', in alcuni casi addirittura dopo appena 14 anni, 6 mesi e 1 giorno di servizio.
''Il 78,6% di queste pensioni sono erogate dall'Inpdap, l'ente di previdenza del pubblico impiego, che registra 424.802 pensioni a dipendenti pubblici ritirati dal lavoro ad una eta' inferiore a 50 anni: di queste il 56,5% sono erogate a donne. Il costo di queste pensioni pubbliche ammonta a 7,43 miliardi. Il rimanente 21,4% e' relativo alle 106.950 pensioni erogate dall'Inps a soggetti con eta' di uscita inferiore a 50 anni in relazione a regimi speciali e prepensionamenti, per una spesa complessiva di 2,02 miliardi.
Considerata l'eta' di uscita dal lavoro dei baby pensionati, la loro eta' attuale e la speranza di vita, i baby pensionati rimangono in pensione, in media per 40,7 anni. Con una durata media della vita stimata a 85,1 anni, si tratta del 48% della vita trascorso in pensione''.
Le baby pensioni - rileva Confartigianato - ''hanno un impatto sulle finanze pubbliche tutt'altro che trascurabile.
La spesa previdenziale relativa a questi trattamenti previdenziali ammonta a 9,45 miliardi di euro all'anno. Ma, poiche' il mezzo milione di pensionati precoci riceve un trattamento pensionistico piu' lungo di 15,7 anni rispetto ad un pensionato medio, il risultato e' che le baby pensioni determinano una maggiore spesa pubblica cumulata per i 15,7 anni di durata della pensione eccedenti alla media che ammonta a 148,6 miliardi di euro. Cio' significa che per ciascun baby pensionato viene erogata una maggiore spesa rispetto ad un pensionato ordinario di 279.582 euro. A questa somma va aggiunta la minore contribuzione pari a 138.582 euro per ciascun baby pensionato del settore privato che complessivamente si traduce in 14,8 miliardi di mancate entrate previdenziali per gli oltre centomila baby pensionati privati''.
''Le baby pensioni - sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato - sono un fenomeno paradossale, un'assurda iniquita', frutto di politiche pensionistiche poco 'previdenti' fatte negli anni Settanta e Ottanta. Con queste cifre si mette in ginocchio qualsiasi sistema contributivo e retributivo. Con una seria riforma della previdenza che alzi l'eta' pensionabile si potrebbe fare un'intera manovra di sviluppo''.
fonte: Asca
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Una sorta di 'tassa' pari a 6.630 euro a carico di ciascuno dei 24.658.000 lavoratori italiani''.
Il calcolo e' di Confartigianato che ha analizzato quanto pesano sul bilancio statale e sulle tasche dei cittadini, in termini di mancate entrate e maggiori uscite, le 531.752 pensioni di vecchiaia e di anzianita' concesse a lavoratori pubblici e privati che sono andati in pensione con meno di 50 anni di eta', in alcuni casi addirittura dopo appena 14 anni, 6 mesi e 1 giorno di servizio.
''Il 78,6% di queste pensioni sono erogate dall'Inpdap, l'ente di previdenza del pubblico impiego, che registra 424.802 pensioni a dipendenti pubblici ritirati dal lavoro ad una eta' inferiore a 50 anni: di queste il 56,5% sono erogate a donne. Il costo di queste pensioni pubbliche ammonta a 7,43 miliardi. Il rimanente 21,4% e' relativo alle 106.950 pensioni erogate dall'Inps a soggetti con eta' di uscita inferiore a 50 anni in relazione a regimi speciali e prepensionamenti, per una spesa complessiva di 2,02 miliardi.
Considerata l'eta' di uscita dal lavoro dei baby pensionati, la loro eta' attuale e la speranza di vita, i baby pensionati rimangono in pensione, in media per 40,7 anni. Con una durata media della vita stimata a 85,1 anni, si tratta del 48% della vita trascorso in pensione''.
Le baby pensioni - rileva Confartigianato - ''hanno un impatto sulle finanze pubbliche tutt'altro che trascurabile.
La spesa previdenziale relativa a questi trattamenti previdenziali ammonta a 9,45 miliardi di euro all'anno. Ma, poiche' il mezzo milione di pensionati precoci riceve un trattamento pensionistico piu' lungo di 15,7 anni rispetto ad un pensionato medio, il risultato e' che le baby pensioni determinano una maggiore spesa pubblica cumulata per i 15,7 anni di durata della pensione eccedenti alla media che ammonta a 148,6 miliardi di euro. Cio' significa che per ciascun baby pensionato viene erogata una maggiore spesa rispetto ad un pensionato ordinario di 279.582 euro. A questa somma va aggiunta la minore contribuzione pari a 138.582 euro per ciascun baby pensionato del settore privato che complessivamente si traduce in 14,8 miliardi di mancate entrate previdenziali per gli oltre centomila baby pensionati privati''.
''Le baby pensioni - sottolinea Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato - sono un fenomeno paradossale, un'assurda iniquita', frutto di politiche pensionistiche poco 'previdenti' fatte negli anni Settanta e Ottanta. Con queste cifre si mette in ginocchio qualsiasi sistema contributivo e retributivo. Con una seria riforma della previdenza che alzi l'eta' pensionabile si potrebbe fare un'intera manovra di sviluppo''.
fonte: Asca
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