Tossicodipendenti curati in carcere a Trento con pet teraphy


I tossicodipendenti del nuovo carcere di Trento avranno a disposizione la 'pet teraphy' quale aiuto per la disintossicazione. La terapia col supporto di animali partira' il mese prossimo e si concludera' a fine anno.
A portarla a Trento saranno gli esperti della comunita' di San Patrignano, fondata a fine anni settanta da don Vincenzo Muccioli, che hanno gia' accordi e sopralluoghi effettuati per le attivita' programmate coi cani.
L'iniziativa, che viene annunciata dal direttore della struttura penitenziaria, Antonella Forgione, e' una delle novita' introdotte quest'anno, grazie anche ai nuovi e piu' ampi spazi di Spini di Gardolo, aperti dallo scorso dicembre, che accolgono i detenuti dei vecchi carceri di Trento e Rovereto.
Quanto alla tossicodipendenza, la percentuale viene riferita 'elevata - spiega Forgione - anche se bisognerebbe sempre fare una differenza tra chi si dichiara tale e chi lo e' in modo comprovato. E' infatti noto come l'essere tossicodipendenti possa portare vantaggi nell'ottenimento della scarcerazione o dei domiciliari'. In ogni caso l'elevato numero di tossicodipendenti, cosi' come la maggioranza di detenuti extracomunitari e giovani, tra i 20 e i 30 anni, sono i dati che Forgione sottolinea come ancora distintivi della popolazione carceraria.


Tra gli obiettivi del direttore c'e' anche quello di ottenere 'un approccio meno farmacologico al disagio del carcere.
Perche' - afferma - stare in carcere e' di per se' un disagio.
Quindi ad esempio l'avere problemi nel sonno saltuari o altre manifestazioni lievi di tale disagio sono questioni che dovrebbero essere affrontate innanzitutto con il colloquio, l'osservazione e il confronto'. E l'auspicio e' che il servizio, passato nei mesi scorsi dall'Amministrazione penitenziaria all'Azienda provinciale per i servizi sanitari, possa vedere in tal senso miglioramenti. Resta invece ancora sotto l'Amministrazione quello degli psicologi, 'che tra l'altro sono coloro che devono contribuire a stilare le valutazioni che determinano il futuro dei detenuti e che da noi hanno 17 ore al mese per 220 persone, quando prima per Trento c'erano 13 ore e per Rovereto 12, quindi nel trasferimento ne abbiamo perse'. 


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