Ogni anno centinaia di milioni di animali muoiono dopo terribili sofferenze
Al giorno d’oggi, dopo le proteste degli animalisti contro le trappole, la maggior parte delle pellicce proviene da allevamenti, situati un po’ in tutto il mondo.
La crudeltà più tremenda è quella delle PRATICHE DI UCCISIONE. In Cina, molto recentemente, sono stati scoperti degli allevamenti di visoni, cani, gatti, volpi, che, dopo aver stordito con dei bastoni o averli sbattuti a terra, LEVANO LORO LA PELLE QUANDO SONO ANCORA SVENUTI. Il più delle volte accade che l’animale riprenda conoscenza dopo che gli è stata tolta la pelle, e la sua terribile agonia può durare fino a dieci minuti.
Molto usate sono anche: la rottura delle ossa cervicali dell’animale ruotandona la testa, la morte per asfissia, per corrente elettrica, con un colpo alla nuca o al muso, iniezioni letali di sostanze velenose, uso di strumenti a funzionamento meccanico che penetrano nel cervello, (a volte chiodi) che fracassano la scatola cranica, avvelenamento ecc.
I visoni molto spesso vengono uccisi per soffocamento in camere a gas o semplicemente infilando loro la testa in un barattolo, per le volpi invece si preferisce ricorrere a due elettrodi metallici, uno vicino alla coda e uno sul muso. L’animale viene ucciso da una scossa elettrica di circa 200 volt, dopo terribili sofferenze.
Per le pelli del leopardo si preferisce invece immobilizzare l’animale in una strettissima gabbia ed introdurgli quindi nell’ano una lunga sbarra di ferro arroventata, che viene poi spinta con forza fino ai polmoni. Le pellicce di foca, richiedono le pelli candide dei cuccioli ed è per questo che ogni anno ne vengono uccisi 400.000. Le piccole foche vengono bastonate e scuoiate vive, di fronte agli occhi delle madri che spesso cercano di proteggere la prole facendo loro scudo con il proprio corpo.
Quelli d’allevamento invece vengono rinchiusi nelle gabbie; un alto numero di animali si spezzano i denti contro le sbarre, altri si mutilano o si suicidano a furia di violente testate contro le pareti della loro prigione; numerosi i casi di cannibalismo o i casi di soggetti che, impazziti, ripetono ininterrottamente lo stesso inutile movimento. I conigli e gli agnelli sono appesi per i tendini ad un gancio e scuoiati vivi; ai cincillà invece si gira la testa di 180° fino a spezzargli il collo..
La crudeltà più tremenda è quella delle PRATICHE DI UCCISIONE. In Cina, molto recentemente, sono stati scoperti degli allevamenti di visoni, cani, gatti, volpi, che, dopo aver stordito con dei bastoni o averli sbattuti a terra, LEVANO LORO LA PELLE QUANDO SONO ANCORA SVENUTI. Il più delle volte accade che l’animale riprenda conoscenza dopo che gli è stata tolta la pelle, e la sua terribile agonia può durare fino a dieci minuti.
Molto usate sono anche: la rottura delle ossa cervicali dell’animale ruotandona la testa, la morte per asfissia, per corrente elettrica, con un colpo alla nuca o al muso, iniezioni letali di sostanze velenose, uso di strumenti a funzionamento meccanico che penetrano nel cervello, (a volte chiodi) che fracassano la scatola cranica, avvelenamento ecc.
I visoni molto spesso vengono uccisi per soffocamento in camere a gas o semplicemente infilando loro la testa in un barattolo, per le volpi invece si preferisce ricorrere a due elettrodi metallici, uno vicino alla coda e uno sul muso. L’animale viene ucciso da una scossa elettrica di circa 200 volt, dopo terribili sofferenze.
Per le pelli del leopardo si preferisce invece immobilizzare l’animale in una strettissima gabbia ed introdurgli quindi nell’ano una lunga sbarra di ferro arroventata, che viene poi spinta con forza fino ai polmoni. Le pellicce di foca, richiedono le pelli candide dei cuccioli ed è per questo che ogni anno ne vengono uccisi 400.000. Le piccole foche vengono bastonate e scuoiate vive, di fronte agli occhi delle madri che spesso cercano di proteggere la prole facendo loro scudo con il proprio corpo.
Quelli d’allevamento invece vengono rinchiusi nelle gabbie; un alto numero di animali si spezzano i denti contro le sbarre, altri si mutilano o si suicidano a furia di violente testate contro le pareti della loro prigione; numerosi i casi di cannibalismo o i casi di soggetti che, impazziti, ripetono ininterrottamente lo stesso inutile movimento. I conigli e gli agnelli sono appesi per i tendini ad un gancio e scuoiati vivi; ai cincillà invece si gira la testa di 180° fino a spezzargli il collo..
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