Polverini, scorta da spiaggia
Renata Polverini
Weekend di Ferragosto, a Capalbio: le guardie del corpo della governatrice laziale fanno fuoco e fiamme per infrangere il divieto ed arrivare con le loro auto fino alla battigia. Un ennesimo gesto di arroganza dopo la gita a Rieti in elicottero
Non c'è trasferta che non diventi un problema per la signora Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, e per i suoi cari. Giovedì 21 luglio lo sbarco alla festa del peperoncino di Rieti direttamente da un elicottero della protezione civile con inevitabile coda di polemiche; domenica 14 agosto l'arrivo, con quattro uomini di scorta, all'Ultima Spiaggia di Capalbio con tanto di acceso battibecco tra i body guard della governatrice e gli addetti al parcheggio.
Polverini era ospite per il week end nella casa di Melania Rizzoli, moglie di Angelo e deputata del Pdl, e con loro si è diretta al mare. Arrivati al parcheggio, all'auto della scorta è stato impedito - come a tutti - di proseguire sullo stretto viottolo pedonale che porta allo stabilimento: la catena che impedisce l'accesso alle automobili viene sollevata solo per i trasporti d'emergenza, i fornitori e i portatori di handicap. E infatti è stata tolta per consentire il passaggio della macchina di Angelo Rizzoli, che da tempo soffre di gravi difficoltà motorie, sulla quale viaggiavano anche le amiche Melania e Renata; ma rimessa dinanzi alle quattro ruote della scorta.
Lesa maestà! Sceso dalla macchina, uno dei body guard della Polverini ha malamente apostrofato gli addetti al parcheggio pretendendo di arrivare con la vettura di servizio fino allo stabilimento: «Chi devo chiamare?», ha chiesto con tono alterato e minaccioso dinanzi all'ennesimo divieto, «Io ho l'obbligo di seguire il vigilato».
Il battibecco è andato avanti per un po' fino a quando gli uomini della scorta si sono convinti, controvoglia, che non c'era niente da fare, che avrebbero dovuto lasciare la macchina al parcheggio e raggiungere a piedi la "vigilata", come peraltro fanno da anni gli uomini di scorta di parlamentari, ministri e magistrati che si trovino a frequentare la spiaggia.
Forse la Polverini, a pranzo al ristorante, non s'è accorta di nulla, e se nessuno le ha riferito l'episodio può leggerlo adesso sul sito de "l'Espresso". Ma resta la domanda: possibile che non si renda conto che questo non è più tempo di sprechi, elicotteri, scorte e arroganze? Perché non si dà finalmente una regolata?
Weekend di Ferragosto, a Capalbio: le guardie del corpo della governatrice laziale fanno fuoco e fiamme per infrangere il divieto ed arrivare con le loro auto fino alla battigia. Un ennesimo gesto di arroganza dopo la gita a Rieti in elicottero
Non c'è trasferta che non diventi un problema per la signora Renata Polverini, presidente della Regione Lazio, e per i suoi cari. Giovedì 21 luglio lo sbarco alla festa del peperoncino di Rieti direttamente da un elicottero della protezione civile con inevitabile coda di polemiche; domenica 14 agosto l'arrivo, con quattro uomini di scorta, all'Ultima Spiaggia di Capalbio con tanto di acceso battibecco tra i body guard della governatrice e gli addetti al parcheggio.
Polverini era ospite per il week end nella casa di Melania Rizzoli, moglie di Angelo e deputata del Pdl, e con loro si è diretta al mare. Arrivati al parcheggio, all'auto della scorta è stato impedito - come a tutti - di proseguire sullo stretto viottolo pedonale che porta allo stabilimento: la catena che impedisce l'accesso alle automobili viene sollevata solo per i trasporti d'emergenza, i fornitori e i portatori di handicap. E infatti è stata tolta per consentire il passaggio della macchina di Angelo Rizzoli, che da tempo soffre di gravi difficoltà motorie, sulla quale viaggiavano anche le amiche Melania e Renata; ma rimessa dinanzi alle quattro ruote della scorta.
Lesa maestà! Sceso dalla macchina, uno dei body guard della Polverini ha malamente apostrofato gli addetti al parcheggio pretendendo di arrivare con la vettura di servizio fino allo stabilimento: «Chi devo chiamare?», ha chiesto con tono alterato e minaccioso dinanzi all'ennesimo divieto, «Io ho l'obbligo di seguire il vigilato».
Il battibecco è andato avanti per un po' fino a quando gli uomini della scorta si sono convinti, controvoglia, che non c'era niente da fare, che avrebbero dovuto lasciare la macchina al parcheggio e raggiungere a piedi la "vigilata", come peraltro fanno da anni gli uomini di scorta di parlamentari, ministri e magistrati che si trovino a frequentare la spiaggia.
Forse la Polverini, a pranzo al ristorante, non s'è accorta di nulla, e se nessuno le ha riferito l'episodio può leggerlo adesso sul sito de "l'Espresso". Ma resta la domanda: possibile che non si renda conto che questo non è più tempo di sprechi, elicotteri, scorte e arroganze? Perché non si dà finalmente una regolata?
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