Pioggia di Euro a testate giornalistiche sconosciute: ecco a chi regaliamo i soldi
Tre milioni alla Padania, Sei all’Avvenire e una valanga di euro a testate misconosciute. La parte del leone la fa la politica
In momenti di crisi, è sempre importante sapere a chi regaliamo i soldi. E l’elenco dei contributi alla stampa per l’anno 2009 sul sito del governo cade esattamente a fagiolo.
In esso ad esempio si legge che nell’elenco dei contributi per quotidiani editi da cooperative di giornalisti diamo al Corriere di Forlì 2,5 milioni di euro, all’asfittico quotidiano comunista Il Manifesto 3,7 milioni, e al Romanista (il giornale dei tifosi della Roma) quasi un milione. Per La verità, edito dalla Verità editoriale e sconosciuto giornale che non ha nemmeno un sito internet, spendiamo 1,7 milioni di euro, mentre a Voce Nuova, già Regioni & Regioni, elargiamo quasi due milioni di euro. Ovviamente questo è niente rispetto ad Avvenire, il quale proprio oggi si arrabbiava per “la bufala dei soldi dati alla Chiesa”: quasi sei milioni di euro per non far piangere Gesù e i vescovi, mentre il telefono dell’ex direttore Boffo, secondo la vulgata del “metodo” rimasto famoso, viene utilizzato da maschi per elargire contumelie via telefono a maschi sposati. L’autorevole CronacaQui.it se ne puppa un altro milione e rotti, mentre Italia Oggi se ne prende altri sei. La fondamentale testata Ottopagine ha diritto a 1,15 milioni di euro, ma è “il quotidiano irpino più letto di sempre” e quindi se li merita tutti. Ci sono poi i fondamentali quotidiani italiani editi e diffusi all’estero: Il Corriere Canadese, ad esempio, si prende 1,4 milioni di euro (ma Barney ne sarà felicissimo). I quotidiani editi in lingua ladina, francese, slovena e tedesca nelle regioni autonome si accontentano, insieme di più di cinque milioni di euro.
Poi ci sono i periodici: Carta, Chitarre e Critica sociale assommano insieme un milioncino, mentre la Nuova Ecologia, da sola, ne assomma la metà, così come il fondamentale Trenta Giorni nella Chiesa e nel mondo. E veniamo alla parte più succulenta: i quotidiani politici, che sono quei giornali che vengono pagati da tutti per non essere letti da nessuno. Tecnicamente si chiamano: “Contributi per testate organi di partiti e movimenti politici che abbiano il proprio gruppo parlamentare in una delle camere o rappresentanze nel Parlamento europeo, o che siano espressione di minoranze linguistiche riconosciute, avendo almeno un rappresentante in un ramo del Parlamento italiano, ovvero che, essendo state in possesso di tali requisiti, abbiano percepito i contributi alla data del 31.12.2005″. Le cronache di Liberal di Ferdinando Adornato porta a casa 2,7 milioni di euro, Europa se ne prende 3,5, Liberazione qualcosina in meno (3,2), mentre la Padania, il quotidiano di quelli che odiano i soldi di Roma Ladrona, si puppa ben 3,8 milioni di euro. Il Secolo d’Italia, il cui cadavere è stato al centro di una lunga disputa tra Fli e Pdl, se ne prende quasi tre (ecco perché erano così accaniti!), L’Unità ne porta a casa 6,3, mentre Terra si accontenta di 2,4 milioni.
Poteva mancare Giulianone Ferrara? Dopo i fasti della sua trasmissione a 5mila euro a botta su RaiUno, mettiamo in conto che l’uomo a cui l’insuccesso ha dato alla testa prende e spende 3,4 milioni di euro l’anno per uscire il giorno dopo la strage di Breivik accusando il terrorismo islamico. Due milioni di euro si puppa l’Opinione delle Libertà, il giornale che nemmeno Arturo Diaconale, che lo dirige, compra. Metropoli Day e il Denaro si portano a casa altri due milioncini di euro. Infine, ci sono i “Contributi alle imprese editrici di periodici che risultino esercitate da cooperative, fondazioni o enti morali ovvero da società la maggioranza del capitale sociale delle quali sia detenuta da cooperative, fondazioni o enti morali, che non abbiano scopo di lucro”: e stiamo parlando ad esempio di L’Amore vince, edito dalla Fondazione di Culto e Religione piccolo rifugio, che si accontenta di 3mila euro annui, di L’Appennino Camerte dell’arcidiocesi di Camerino, che ne prende 42mila, dell’Araldo Lomellino, 31mila euro alla diocesi di Vigevano, in coppia con L’Aurora Lomellina che ne prende 10mila in più, e infine de L’Azione, della diocesi di Vittorio Veneto, che porta a casa 120mila euro. Avete capito tutto? Ecco, adesso andate a pagare il contributo di solidarietà, scemi.
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