I Carabinieri aggrediscono in hotel il gruppo "Punkreas"
giovedì 30 giugno 2011
Nichelino (TO) - Dopo il concerto dei Punkreas tenutosi presso il Free Music Festival di Nichelino, ci dirigiamo verso l’albergo insieme alla crew e ai rapper Anti L’Onesto e Dj Noko che hanno chiuso la serata e che viaggiano con noi. Arrivati sul posto, attorno alle ore 02:00 constatiamo la presenza di militari in divisa – carabinieri – che presidiano l’entrata e immediatamente ci si approcciano con modi poco amichevoli.
Veniamo inoltre a conoscenza del fatto che l’albergo ospita un alto numero di carabinieri (70-100), presumibilmente destinati a servizio di O.P. in Val di Susa, dove il giorno precedente si sono avuti duri scontri con ampio uso di lacrimogeni contro i manifestanti. Alcuni di noi, come da consolidata tradizione, si ritrovano nella camera di Paletta per parlare del concerto appena effettuato e fare gli ultimi saluti prima di raggiungere le rispettive stanze. Dopo circa un’ora, il gruppetto si scioglie e restano nella stanza solo Paletta, Gagno e il fonico Gianluca Amen, che continuano a chiaccherare.
Nichelino (TO) - Dopo il concerto dei Punkreas tenutosi presso il Free Music Festival di Nichelino, ci dirigiamo verso l’albergo insieme alla crew e ai rapper Anti L’Onesto e Dj Noko che hanno chiuso la serata e che viaggiano con noi. Arrivati sul posto, attorno alle ore 02:00 constatiamo la presenza di militari in divisa – carabinieri – che presidiano l’entrata e immediatamente ci si approcciano con modi poco amichevoli.
Veniamo inoltre a conoscenza del fatto che l’albergo ospita un alto numero di carabinieri (70-100), presumibilmente destinati a servizio di O.P. in Val di Susa, dove il giorno precedente si sono avuti duri scontri con ampio uso di lacrimogeni contro i manifestanti. Alcuni di noi, come da consolidata tradizione, si ritrovano nella camera di Paletta per parlare del concerto appena effettuato e fare gli ultimi saluti prima di raggiungere le rispettive stanze. Dopo circa un’ora, il gruppetto si scioglie e restano nella stanza solo Paletta, Gagno e il fonico Gianluca Amen, che continuano a chiaccherare.
Quando sono circa le 03:30, senza aver avuto peraltro alcun avviso o richiamo né dalla direzione né dagli ospiti delle stanze confinanti, i 3 sentono dapprima bussare violentemente alla porta e subito dopo cominciano ad avvertire difficoltà respiratorie che in breve diventano sempre più pronunciate, unitamente a bruciore intensissimo a gola e occhi. In breve, si rendono conto che qualcuno sta pompando gas urticante da sotto la soglia della porta della camera. Sentendo rumori e grida di sfida e di scherno dall’esterno, e nonostante la situazione sia resa anche più grave dall’impossibilità di aprire completamente la finestra della camera , i 3 decidono di non uscire, per timore di aggressioni fisiche. Si chiudono momentaneamente nel bagno, sperando così – e con l’ausilio degli asciugamani bagnati – di limitare i danni e resistere a quello che sembra un vero e proprio assalto.
Immaginatevi 3 persone chiuse in una camera satura di gas iniettato dall’esterno da un numero indefinito ma alto di militari che gridano di volersi vendicare di un tono di voce – a loro detta – troppo alto. Nel frattempo qualcuno nelle stanze vicine sente qualcosa. Il primo ad affacciarsi è Anti, che subito si trova la strada sbarrata da tre militari in borghese, muniti di manganello .Il rapper viene schiaffeggiato, malmenato e spinto nel bagno. Gli viene intimato di non uscire dalla stanza e di “farsi i cazzi suoi”. A questo punto si sveglia il band manager Ruvido che si rende subito conto della gravità della situazione e chiama immediatamente ambulanza e carabinieri di Nichelino. Nel frattempo band e crew si compattano per affrontare la situazione. Solo a quel punto, rendendosi conto di avere a che fare con persone che potrebbero godere di attenzione mediatica, i militari cambiano repentinamente atteggiamento tentando di minimizzare l’accaduto. Appaiono graduati che si offrono insistentemente di trovarci dapprima delle nuove camere, poi addirittura un nuovo hotel.
Ovviamente rifiutiamo, raccogliamo i nostri bagagli e ripartiamo da Torino con destinazione casa. Abbiamo deciso di rendere noto l’accaduto non solo perché di per sé vergognoso e meritevole di suscitare indignazione, ma anche perché abbiamo avuto la netta sensazione che le cose sarebbero precipitate ulteriormente se non avessimo dato velocemente l’impressione di avere immediati e sufficientemente influenti contatti esterni (agenzia, ufficio stampa, avvocato). Per una lunghissima mezz’ora noi, e in particolare i 3 chiusi in camera ci siamo sentiti come devono essersi sentiti Uva, Cucchi, Aldrovrandi, e tanti, tantissimi, troppi altri finiti senza possibilità di difendersi nella mani di chi abusa del suo potere per scopi che nulla hanno a che vedere con l’ordine pubblico.
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