Mare, una risorsa in prestito dal futuro


Parlare del mare e dei suoi problemi significa inevitabilmente parlare degli uomini e dei loro comportamenti sulla terra ferma. Gli oceani, così come le foreste, i fiumi e tutti gli ambienti naturali, sono una risorsa che l’uomo contemporaneo ha solamente preso in prestito dalle generazioni future.

Ciò impone che ogni azione di sfruttamento di tali risorse porti con sé un sincero ed efficace tentativo di conservazione per consegnarle nella migliore condizione possibile a chi verrà dopo di noi. Nell’ambito della gestione delle risorse ittiche, per tener fede a questo principio, il pesce va considerato un alimento prezioso che va consumato meno e meglio. Il pesce è l’unica materia prima che dipende quasi totalmente dal mondo selvatico, per questo è quanto mai fondamentale rispettare le regole e il ritmo di tale ecosistema, scegliendo sempre prodotti di stagione e locali.

Ecco alcuni esempi.

Gamberetti importati. Risultano insostenibili da ogni punto di vista: ambientale (distruzione delle foreste di mangrovie, che vengono espiantate per far posto alle vasche di allevamento), sociale (impoverimento della popolazione locale e sfruttamento dei minori, utilizzati per  pescare a mano le larve immersi per 12 ore al giorno nelle vasche), sanitario (abbondante utilizzo di antibiotici).

Gamberetti pescati. I sistemi di pesca danneggiano gravemente i fondali e non sono selettivi. Normalmente pescano fino al 90% di altri animali che poi vengono rigettati in mare morti come scarto.

Tonno rosso. La specie risulta talmente pescata da essere inserita nell’elenco delle specie “criticamente minacciate” di estinzione dalla IUCN, International Union for Conservation of Nature. Se i consumi non si riducono, entro pochi anni non ci sarà più tonno in commercio. Tocca al consumatore porre un freno, dato che le grandi aziende sono troppo condizionate dai guadagni che realizzano per autoregolamentarsi.

Squali. Anche gli squali sono a rischio estinzione, il problema è che spesso sono commercializzati sotto nomi che confondono il consumatore. Impariamo quindi a riconoscerli: Smeriglio, Palombo, Razza, Mako, Cagnaccio, Verdesca, Spinarolo, Gattuccio sono tutti squali.

Merluzzo e platessa. Soffrono di eccessiva pesca, in quanto bersagli prediletti di quasi tutte le mense pubbliche in ogni periodo dell’anno.

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