18 mesi nei CIE: un periodo troppo lungo che diventa reclusione
“Siamo di fronte all'ennesima proposta demagogica del Governo, che invece di affrontare il fenomeno migratorio nella sua complessità si limita a provvedimenti punitivi e criminalizzanti. Provvedimenti che, peraltro, non hanno mai inciso sul numero di cittadini stranieri che annualmente entrano in Italia.
Vale la pena di rammentare che dal 1998, quando il periodo massimo di trattenimento previsto era di 40 giorni, si arriverebbe a ben un anno e mezzo con triplicazione degli attuali sei mesi.
Tuttavia, in questi tredici anni l'andamento statistico degli arrivi in Italia è rimasto tutto sommato costante e - sottolineo - del tutto indifferente rispetto all'aggravarsi in senso securitario delle politiche italiane. A conferma, peraltro, della tesi storica di Saskia Sassen, secondo cui le politiche di accoglienza negativa di un Paese, almeno dalla rivoluzione industriale a i giorni nostri, non hanno mai inciso significativamente sul numero di immigrati e rifugiati nel paese stesso.
Cioè a dire che le esigenze di mobilità degli individui non dipendono né vengono influenzate dalla normativa che troveranno nel paese in cui hanno deciso di migrare.“.
Vale la pena di rammentare che dal 1998, quando il periodo massimo di trattenimento previsto era di 40 giorni, si arriverebbe a ben un anno e mezzo con triplicazione degli attuali sei mesi.
Tuttavia, in questi tredici anni l'andamento statistico degli arrivi in Italia è rimasto tutto sommato costante e - sottolineo - del tutto indifferente rispetto all'aggravarsi in senso securitario delle politiche italiane. A conferma, peraltro, della tesi storica di Saskia Sassen, secondo cui le politiche di accoglienza negativa di un Paese, almeno dalla rivoluzione industriale a i giorni nostri, non hanno mai inciso significativamente sul numero di immigrati e rifugiati nel paese stesso.
Cioè a dire che le esigenze di mobilità degli individui non dipendono né vengono influenzate dalla normativa che troveranno nel paese in cui hanno deciso di migrare.“.
“Insomma, va ribadito con forza che i CIE, oltre a essere dei veri e propri buchi neri nell’ordinamento nazionale nonché dei luoghi dove le violazioni dei diritti fondamentali dei cittadini stranieri sono al’ordine del giorno, risultano un mezzo assolutamente fallimentare anche nel contenimento dell'immigrazione irregolare (ammesso e non concesso che il concetto di irregolarità abbia un qualche senso). Appare quindi paradossale che piuttosto di ragionare di strumenti aderenti alla realtà e che permettano - come prima imprescindibile necessità - la regolarizzazione dei cittadini stranieri presenti sul territorio, si preferisca scientemente insistere con uno strumento inadeguato, inefficace e illegittimo ma con il pregio di essere evidentemente propagandistico“ prosegue il presidente del Naga.
“Infine, se mai il decreto fosse approvato, è assai probabile che risulterebbe in patente contrasto con la stessa normativa europea che, secondo il Ministro Maroni, dovrebbe invece attuare” conclude Massarotto.
Da parte nostra, continueremo in ogni caso a fornire assistenza e a denunciare ogni forma di discriminazione e criminalizzazione dell'immigrazione.
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