"I pazzi siete voi": chiusi in un bunker per protestare contro il nucleare
Se all'improvviso scoppiasse un incidente nucleare? Cosa bisognerebbe fare? Come si vivrebbe?
Questi sono gli interrogativi che si sono posti quattro giovani che hanno deciso di rinchiudersi per un mese in un bunker applicando alla lettera il protocollo di radioprotezione.
L'iniziativa, che vuole essere una sorta di provocazione/protesta con contro il nucleare, vuole aprire gli occhi a tutti coloro che 12-13 giugno andranno a votare al referendum.
L'iniziativa è nata da Giorgio, Alessandra, Pierpaolo e Luca ed è sostenuta da Greenpeace.
I ragazzi vivranno reclusi in una casa-bunker per 30 giorni, cioè fino al referendum. Non avranno nessun contatto con l'esterno, non mangeranno cibi freschi, avranno a disposizione solo acqua imbottigliata e comunicheranno con il mondo solo tramite internet. La loro vita sarà trasmessa 24 ore su 24 sul web e grazie i social network, potranno lanciare dei videomessaggi ed esprimere al mondo le proprie idee e le proprie emozioni nel vivere rinchiusi e a rischio emergenza nucleare.
Non sarà un reality, ma un vero e proprio esperimento di vita alternativa, un modo per far conoscere le conseguenze di un disastro come quello avvenuto a Chernobyl o Fukushima, però il tutto ambientato in Italia.
"I pazzi siete voi" è il titolo della campagna, in quanto secondo gli ideatori "I pazzi siete voi se non andate a votare Sì il 12 e 13 giugno; i pazzi sono quelli che vogliono portare il nucleare nel nostro paese".
Queste le parole dei quattro ragazzi in un loro videomessaggio: "Voi che minimizzate il disastro di Fukushima. Voi che pensate al vostro tornaconto personale alla faccia dell'interesse della comunità. Siete pazzi pericolosi. Diffondete i nostri messaggi, organizzatevi, inventatevi una vostra azione. La nostra protesta dovrà crescere ogni giorno di più".
Anche se attualmente il quesito sul nucleare nel referendum è ancora in dubbio, visto che il governo ha deciso una moratoria sull'argomento dopo l'incidente in Giappone, l'iniziativa come spiega Salvatore Barbera, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace, inizierà ugualmente in quanto vi è un enorme disinformazione e bisogna convincere milioni di italiani ad andare alle urne e scegliere il Sì.
La protesta terminerà il 12 giugno, giorno in cui sono previsti i voti referendari su nucleare, su acqua pubblica e su legittimo impedimento.
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Questi sono gli interrogativi che si sono posti quattro giovani che hanno deciso di rinchiudersi per un mese in un bunker applicando alla lettera il protocollo di radioprotezione.
L'iniziativa, che vuole essere una sorta di provocazione/protesta con contro il nucleare, vuole aprire gli occhi a tutti coloro che 12-13 giugno andranno a votare al referendum.
L'iniziativa è nata da Giorgio, Alessandra, Pierpaolo e Luca ed è sostenuta da Greenpeace.
I ragazzi vivranno reclusi in una casa-bunker per 30 giorni, cioè fino al referendum. Non avranno nessun contatto con l'esterno, non mangeranno cibi freschi, avranno a disposizione solo acqua imbottigliata e comunicheranno con il mondo solo tramite internet. La loro vita sarà trasmessa 24 ore su 24 sul web e grazie i social network, potranno lanciare dei videomessaggi ed esprimere al mondo le proprie idee e le proprie emozioni nel vivere rinchiusi e a rischio emergenza nucleare.
Non sarà un reality, ma un vero e proprio esperimento di vita alternativa, un modo per far conoscere le conseguenze di un disastro come quello avvenuto a Chernobyl o Fukushima, però il tutto ambientato in Italia.
"I pazzi siete voi" è il titolo della campagna, in quanto secondo gli ideatori "I pazzi siete voi se non andate a votare Sì il 12 e 13 giugno; i pazzi sono quelli che vogliono portare il nucleare nel nostro paese".
Queste le parole dei quattro ragazzi in un loro videomessaggio: "Voi che minimizzate il disastro di Fukushima. Voi che pensate al vostro tornaconto personale alla faccia dell'interesse della comunità. Siete pazzi pericolosi. Diffondete i nostri messaggi, organizzatevi, inventatevi una vostra azione. La nostra protesta dovrà crescere ogni giorno di più".
Anche se attualmente il quesito sul nucleare nel referendum è ancora in dubbio, visto che il governo ha deciso una moratoria sull'argomento dopo l'incidente in Giappone, l'iniziativa come spiega Salvatore Barbera, responsabile della campagna nucleare di Greenpeace, inizierà ugualmente in quanto vi è un enorme disinformazione e bisogna convincere milioni di italiani ad andare alle urne e scegliere il Sì.
La protesta terminerà il 12 giugno, giorno in cui sono previsti i voti referendari su nucleare, su acqua pubblica e su legittimo impedimento.
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