Genova: Sciopero generale, cariche della polizia
Genova, 6 Maggio 2011
Oggi un corteo di migliaia di precari, disoccupati e studenti ha attraversato la città in occasione dello sciopero generale.
Il nostro obiettivo era di generalizzare questa giornata di mobilitazione: far emergere i volti, la determinazione e la rabbia di migliaia di lavoratori, precari, studenti, disoccupati, migranti, bloccando un paese che sta trasformando il lavoro in schiavitù.
Abbiamo deciso di bloccare le più importanti vie di comunicazione cittadina perché pensiamo che uno sciopero generale debba colpire anche la mobilità e l’ordinaria routine del paese (come è accaduto in Francia dove l’attacco alle pensioni è stato osteggiato con il blocco dell’intero paese per giorni e giorni) e non possa fermarsi ad una passeggiata di due ore.
Eravamo in piazza con la determinazione di chi si vede negato il futuro, di chi è costretto a vivere in una situazione di costante precarietà e di chi non si arrende al silenzio e all’impotenza.
Arrivati in piazza De Ferrari abbiamo quindi deciso che la nostra giornata di lotta non poteva finire lì, abbiamo invitato tutti e tutte a proseguire con noi la manifestazione e insieme a migliaia di persone determinate ad andare oltre, abbiamo imboccato la sopraelevata, bloccando il traffico in entrambi i sensi.
Alla fine di questo corteo multiforme, compatto e svoltosi senza tensioni siamo giunti alla stazione Principe, dove abbiamo tentato di bloccare un ulteriore nodo della mobilità cittadina.
Ad un ingresso laterale quando ormai molti erano entrati per andare verso i binari, il corteo è stato caricato da più lati con una violenza assolutamente ingiustificata, come da molti anni non si vedeva nella nostra città. (foto)
Sono stati aggrediti fra gli altri giovanissimi studenti medi, molte ragazze, fotografi, giornalisti, persone buttate a terra e calpestate.
Il bilancio è di decine di feriti, quasi tutti studenti minorenni, alcuni ricoverati in ospedale. Dalle ferite riportate è evidente che il bersaglio preferito dalle forze dell’ordine siano le teste e i visi dei/delle manifestanti.
Il comportamento violento delle forze dell’ordine non è passato inosservato da parte dei cittadini: gli impiegati delle poste di Piazza Acquaverde ed altri passanti sono usciti in strada per manifestare la loro solidarietà al corteo e il loro sdegno verso le pratiche della polizia. In ogni caso abbiamo testimonianze, filmati, fotografie, che presto pubblicheremo.
Chiediamo a tutti/e di prendere posizione rispetto a queste pratiche di repressione violenta perché rappresentano un attacco alla libertà di tutti/e.
Questa aggressione al corteo non solo non fermerà le nostre mobilitazioni future, ma soprattutto non toglie nulla all’importanza ed al successo di questa grande giornata di mobilitazione.
Oggi migliaia di persone hanno deciso di riempire di significato ulteriore la parola “sciopero generale”: come accade da mesi nelle piazze, nelle scuole e nelle fabbriche di tutta Italia, anche oggi moltissimi hanno scelto di manifestare con radicalità e determinazione, per rivendicare un futuro differente.
Il movimento genovese
Condividi su Facebook
Oggi un corteo di migliaia di precari, disoccupati e studenti ha attraversato la città in occasione dello sciopero generale.
Il nostro obiettivo era di generalizzare questa giornata di mobilitazione: far emergere i volti, la determinazione e la rabbia di migliaia di lavoratori, precari, studenti, disoccupati, migranti, bloccando un paese che sta trasformando il lavoro in schiavitù.
Abbiamo deciso di bloccare le più importanti vie di comunicazione cittadina perché pensiamo che uno sciopero generale debba colpire anche la mobilità e l’ordinaria routine del paese (come è accaduto in Francia dove l’attacco alle pensioni è stato osteggiato con il blocco dell’intero paese per giorni e giorni) e non possa fermarsi ad una passeggiata di due ore.
Eravamo in piazza con la determinazione di chi si vede negato il futuro, di chi è costretto a vivere in una situazione di costante precarietà e di chi non si arrende al silenzio e all’impotenza.
Arrivati in piazza De Ferrari abbiamo quindi deciso che la nostra giornata di lotta non poteva finire lì, abbiamo invitato tutti e tutte a proseguire con noi la manifestazione e insieme a migliaia di persone determinate ad andare oltre, abbiamo imboccato la sopraelevata, bloccando il traffico in entrambi i sensi.
Alla fine di questo corteo multiforme, compatto e svoltosi senza tensioni siamo giunti alla stazione Principe, dove abbiamo tentato di bloccare un ulteriore nodo della mobilità cittadina.
Ad un ingresso laterale quando ormai molti erano entrati per andare verso i binari, il corteo è stato caricato da più lati con una violenza assolutamente ingiustificata, come da molti anni non si vedeva nella nostra città. (foto)
Sono stati aggrediti fra gli altri giovanissimi studenti medi, molte ragazze, fotografi, giornalisti, persone buttate a terra e calpestate.
Il bilancio è di decine di feriti, quasi tutti studenti minorenni, alcuni ricoverati in ospedale. Dalle ferite riportate è evidente che il bersaglio preferito dalle forze dell’ordine siano le teste e i visi dei/delle manifestanti.
Il comportamento violento delle forze dell’ordine non è passato inosservato da parte dei cittadini: gli impiegati delle poste di Piazza Acquaverde ed altri passanti sono usciti in strada per manifestare la loro solidarietà al corteo e il loro sdegno verso le pratiche della polizia. In ogni caso abbiamo testimonianze, filmati, fotografie, che presto pubblicheremo.
Chiediamo a tutti/e di prendere posizione rispetto a queste pratiche di repressione violenta perché rappresentano un attacco alla libertà di tutti/e.
Questa aggressione al corteo non solo non fermerà le nostre mobilitazioni future, ma soprattutto non toglie nulla all’importanza ed al successo di questa grande giornata di mobilitazione.
Oggi migliaia di persone hanno deciso di riempire di significato ulteriore la parola “sciopero generale”: come accade da mesi nelle piazze, nelle scuole e nelle fabbriche di tutta Italia, anche oggi moltissimi hanno scelto di manifestare con radicalità e determinazione, per rivendicare un futuro differente.
Il movimento genovese
Condividi su Facebook
Commenti