La "settimana santa" in carcere: 3 detenuti morti e altri 3 ci hanno provato
Dalle carceri italiane la cronaca di un’altra “settimana santa”, che non è fatta di colombe e uova pasquali, di pranzi e celebrazioni liturgiche. Una settimana di “normalissima” disperazione, di tensioni e violenze, di suicidi, di decessi per droga e per malattia. Tre detenuti sono morti, uno per suicidio, uno per (probabile) overdose, il terzo per malattia. Altri tre hanno tentato di uccidersi, il primo tagliandosi la gola, altri due impiccandosi.
Nel solo mese di aprile sono morti 11 detenuti, di cui 5 suicidi, 2 per malattia e 4 per “cause da accertare”. Da inizio anno salgono a 50 i decessi nelle carceri italiane: 19 per suicidio, 21 per “cause naturali” e 10 per “cause da accertare”. La loro età media era di 35 anni, 15 erano stranieri e 35 italiani; 2 le donne: Loredana Berlingeri, di 44 anni, morta per “cause naturali” il 18 marzo nel carcere di Reggio Calabria ed Adriana Ambrosini, 24 anni, che si è impiccata lo scorso 3 aprile nell’Opg di Castiglione delle Stiviere (Mn).
Firenze, giovedì 21 aprile. Un detenuto nigeriano di 34 anni, W.D., si impicca con una maglietta alle sbarre della sua cella nel carcere di Sollicciano. Per mettere in atto l’intento suicida rientra dal cortile dei passeggi in anticipo rispetto ai compagni e pochi minuti gli sono sufficienti, quando lo trovano è già cadavere.
L’uomo era in custodia cautelare con l’accusa di detenzione di droga e di rissa. Era stato arrestato il 5 ottobre scorso assieme alla sua fidanzata e a 3 connazionali dalla Polizia, accorsa per la segnalazione di una rissa tra extracomunitari. Gli agenti trovano 4 nigeriani che si stanno picchiando e una donna, anch’essa nigeriana, che prende a testate un muro urlando a squarciagola. I poliziotti volendo chiarire l'accaduto interrogano la giovane, che ha solo 18 anni e che racconta di essere appena tornata da Amsterdam per incontrare il proprio ragazzo, uno di quelli coinvolti nella zuffa. Gli agenti insospettiti decidono di recarsi nelle abitazioni dei coinvolti nella lite, accompagnati dalla ragazza. Mentre effettuavano il controllo la giovane si accascia a terra accusando mal di pancia. Accompagnata d'urgenza all'Ospedale le vengono trovati in corpo 20 ovuli contenenti cocaina.
Bologna, giovedì 21 aprile. Marzio Berti, detenuto 40enne, verso mezzogiorno si sente male e chiede di vedere il medico. Il sanitario lo visita e poi lo rimanda in cella, perché il malore sembra passato. Invece dopo pochi minuti ha una nuova crisi e crolla sul pavimento, ucciso da un arresto cardiocircolatorio. Inutile l’arrivo dell’ambulanza, l’uomo è senza vita, gli occhi riversi verso l’alto: sospetta overdose, scrive il medico del 118 nel referto. Di eroina, probabilmente tagliata male, entrata non si sa come nel carcere della Dozza.
Marzio Berti, tossicodipendente da almeno 20 anni, stava scontando una condanna definitiva per furto, ma aveva alle spalle una lunga serie di reati, tra cui anche un omicidio. Era stato arrestato per la prima volta nel 1994 a Riccione, poco più che ventenne. Da allora, aveva fatto dentro e fuori dalle carceri.
Un’esistenza segnata dall’emarginazione e dalla droga, che fa apparire più di una “tragica coincidenza” la morte del fratello minore di Marzio, anche lui tossicodipendente, anche lui ucciso da un’overdose mentre si trovava detenuto nel carcere bolognese, nel novembre 2006.
Palermo, giovedì 21 aprile. Fabio Tranchina, 40 anni, fermato martedì scorso fa dalla Dia di Palermo perché accusato di concorso nella strage di via D'Amelio, tenta per due volte il suicidio in una cella del carcere “Pagliarelli” di Palermo, dove è detenuto in regime di isolamento.
Voghera (Pv), mercoledì 20 aprile. Un detenuto italiano di 30 anni tenta di impiccarsi, approfittando dell’uscita del compagno di cella per “l’ora d’aria”, viene soccorso dagli agenti della polizia penitenziaria, che gli salvano la vita. L’episodio avviene in un periodo di particolare tensione nella Casa circondariale di via Prati Nuovi. Infatti, da circa una settimana una quarantina di reclusi in una sezione di alta sicurezza del carcere vogherese stanno facendo lo sciopero della fame.
Torino, mercoledì 20 aprile. Franco Livraga, 65 anni, muore a causa dell'aggravamento di una malattia di cui soffriva da tempo. L’uomo era stato condannato in appello a 13 anni di carcere, per reati legati allo sfruttamento della prostituzione, ed era in attesa della sentenza della Cassazione.
Trieste, martedì 19 aprile. Houssein Tahiri, detenuto 31enne di origini afghane, rifugiato politico in Italia dal 2007, tenta il suicidio tagliandosi la gola con una lametta nella sua cella del carcere Coroneo.
Si salva, soccorso dall'infermiera in servizio in carcere e poi medicato dai sanitari del 118 chiamati immediatamente dalla direzione della Casa circondariale. “Voglio tornare nel mio Paese”, dichiara ai soccorritori. Precauzionalmente viene messo in una cella di isolamento.
Arrestato il 25 marzo scorso, dopo che aveva dato fuoco volontariamente alla mansarda nella quale abitava, autoaccusandosi all’arrivo dei Carabinieri. Il 19 ottobre 2010 l’uomo si era cucito la bocca usando un ago e del filo. Un attimo prima aveva bruciato i suoi documenti, provocando anche allora un piccolo incendio nell'appartamento dove era stato accolto dal Centro italiano di Solidarietà.
fonte: Ristretti Orizzonti
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