Fukushima: mille cadaveri contaminati abbandonati in strada
Un migliaio di corpi senza vita abbandonati per terra nel raggio di venti chilometri intorno alla centrale di Fukushima. Un'immagine terribile, soprattuto perché i cadaveri sono lasciati al loro destino dall'11 marzo scorso, giorno del terremoto. I corpi, infatti, sono radioattivi e c'è tuttora un elevato pericolo di contaminazione. Per questo, anche solo prelevare i Dna per identificare le vittime rappresenta una scommessa la cui posta in gioco è la vita del tecnico che esegue le analisi. Senza contare il successivo problema del luogo dove metterli: la cremazione produrrebbe infatti fumi radioattivi e la sepoltura contaminerebbe il suolo.
E così vengono lasciati lì distesi a terra. Uno scenario da film dell'orrore in cui i vivi lasciano dietro di sé chi non ce l'ha fatta e si allontanano dal puzzo di morte in cerca della salvezza.
Intanto i livelli di radiazione dell'acqua del mare nei pressi della centrale hanno superato di 4.385 volte i limiti considerati non dannosi per la salute. E il sindaco di Fukushima Katsunobu Sakurai lancia un disperato appello su Youtube: «Siamo abbandonati a noi stessi, rischiamo di morire di fame – dice nel video sottotitolato in inglese – Anche i volontari e chi consegna gli aiuti non hanno altra scelta che entrare in città a proprio rischio e pericolo. Rischiamo di essere costretti a morire di fame».
E si cercano soluzioni per ridurre la radioattività. Un metodo potrebbe essere quello di spargere resina solubile in acqua sulla superficie del terreno per circa due settimane, a partire da oggi, come test per provare a trattenere la polvere radioattiva ed evitare la sua dispersione nell'aria.
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