Berlusconi sul nucleare: ecco cosa ha detto parola per parola
Silvio Berlusconi svela il vero motivo che ha portato il governo ad adottare quelle misure per tentano di annullare il referendum sul nucleare, e cioè il fatto che se gli italiani votassero oggi sceglierebbero per cancellare per sempre il nucleare dall'Italia.
Durante la conferenza stampa, seguita al vertice italo-francese tra Silvio Berlusconi e Nicolas Sarkozy, il premier affronta anche la questione del referendum sul nucleare, svelando senza alcun imbarazzo (anche se una volta forse si sarebbe chiamata semplicemente "vergogna") la verità sulla moratoria voluta dal governo e sull'emendamento al decreto omnibus, votato al Senato, che sostituisce la richiesta di moratoria contenuta nell'art. 5, già definito da molti (anche se non da tutti come ci si sarebbe aspettato) un "trucco", una "truffa" per non far scegliere agli italiani su una materia così importante.
Se fino a ieri qualcuno poteva ribattere che non era vero che il governo si era mosso appositamente per non far votare gli italiani al referendum sul nucleare, tradendo così di fatto l'articolo 1 della nostra Carta costituzionale che stabilisce che "la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione", da oggi nessuno potrà più sostenerlo.
E' stato lo stesso Silvio Berlusconi a rivelare le intenzioni del governo, e anche i motivi che lo spingono a perseverare su una strada attualmente troppo in salita visto che, lo dice il premier stesso, "se fossimo andati oggi a quel referendum il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire". Qui di seguito la "rivelazione" di Silvio Berlusconi arrivata proprio mentre il mondo ricorda il tragico evento del disastro di Chernobyl:
"Noi siamo assolutamente convinti che l'energia nucleare sia il futuro per tutto il mondo. Eravamo i primi al mondo, Enrico Fermi che ha scoperto la possibilità di produrre energia dall'atomo era italiano, eravamo all'avanguardia nella realizzazione di centrali nucleari negli anni '70. Sappiamo cosa è accaduto (Chernobyl, ndr), l'ecologismo di sinistra si è messo di traverso e l'Italia ha dovuto addirittura interrompere i lavori di centrali che erano quasi terminate.
Da allora noi dobbiamo acquisire tutta l'energia che consumiamo dall'estero, e questo ci porta ad un costo che grava su tutta la nostra economia oltre che sulle famiglie italiane. Il costo è normalmente del 30-40%, in certi casi addirittura il 50% rispetto al costo che le famiglie e le aziende francesi pagano per la decisione francese di avere realizzato mi sembra sessanta centrali nucleari, nella più totale sicurezza, anzi mi risulta che quando c'è la decisione di realizzare una centrale, tra le varie comunità si sviluppa una competizione per riuscire ad averle, per la sicurezza che è ormai una convinzione profonda dei cittadini francesi.
In Italia non c'è questa situazione e l'accadimento giapponese (Fukushima, ndr), a seguito anche dei sondaggi che noi abitualmente facciamo sull'opinione pubblica, ha spaventato ulteriormente i nostri cittadini. Se fossimo andati oggi a quel referendum il nucleare in Italia non sarebbe stato possibile per molti anni a venire.
Il governo quindi responsabilmente ha ritenuto di introdurre questa moratoria per evitare il nucleare, per far sì che si chiarisca la soluzione giapponese e per far sì che magari dopo un anno, dopo due anni, si possa ritornare ad avere un'opinione pubblica consapevole della necessità di ritornare all'energia nucleare, che tra l'altro è sempre molto più sicura. Quella centrale giapponese era costruita su un terreno che non avrebbe dovuto consentirne la costruzione. Le centrali francesi sono così sicure da essere addirittura resistenti ad un attacco atomico.
E noi con la Francia abbiamo stipulato molti contratti, la nostra Enel con l'azienda francese, contratti che non vengono abrogati, che continuano, anzi stiamo decidendo di mandare avanti tanti settori di questi contratti per esempio quello della formazione che è una cosa assolutamente importante.
Quindi questa è la posizione del governo italiano, una posizione di buonsenso, per non aver rigettato per chissà quanto tempo la possibilità di proseguire verso quello che credo sia un destino ineluttabile. Aggiungo che naturalmente questa decisione ci rende molto più proiettati su quello che sono le energie rinnovabili che tuttavia sappiamo che nel mondo possono arrivare a delle percentuali sul totale dell'energia necessaria che sono assolutamente minori".
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