Anche il PD vuole cambiare la legge sulle intercettazioni
Antonello Soro - esponente del PD - primo firmatario del progetto di legge in materia di intercettazioni.
In questi ultimi mesi le bagarre di palazzo sulle intercettazioni sembrano rappresentare un vero rompicapo per tutte le formazioni politiche. La vicenda Berlusconi ha dimostrato ampiamente l'inefficienza dei processi investigativi - in relazione alle intercettazioni - conseguenti, il piu' delle volte, ad una deriva procedurale che ha investito persone del tutto estranee alla vicende con onde d'urto devastanti.
Negli ultimi giorni il PD sembra essere persuaso a dare un percorso diverso a procedure investigative fino ad ora scellerate. Primo firmatario della proposta di legge è Antonello Soro, il quale dichiara: "le intercettazioni sono utili per l’attività investigativa, ma non si possono disconoscere gli effetti perversi della diffusione di tali contenuti su stampa e televisione”. “Troppo spesso, infatti – si legge nella relazione – nelle intercettazioni pubblicate sui giornali compaiono, spesso per circostanze del tutto casuali, persone totalmente estranee alle indagini, oppure vengono riportati particolari intimi, attinenti alla vita privata dei singoli, che pur non avendo alcun rilievo penale, vengono amplificati unicamente per solleticare la fantasia pruriginosa del pubblico”.
“In questo modo - continua Soro - la vita privata di tante persone, la cui unica colpa e’ quella di essere citate nel corso di una conversazione telefonica, spesso con affermazioni non precise o non veritiere, entra in un barbaro tritacarne”. “Occorre porre un limite a questa deriva e tuttavia, la risposta non puo’ venire da soluzioni meramente repressive, con sanzioni sproporzionate ed ispirate piu’ ad una logica vendicativa che ad una seria politica di prevenzione del danno. Si dovrebbe invece cercare il giusto bilanciamento fra le esigenze di informazione sui fatti di interesse pubblico e la tutela della sfera privata delle persone”.
La proposta di legge del PD promuove l'adozione da parte dell'Ordine di Giornalisti di un codice deontologico da applicare entro 30 giorni dall'entrata in vigore della legge, con tanto di ammende disciplinari per i contravventori. Nel caso di evidente "catalessi" del Consiglio nazionale dell'ordine dei Giornalisti, il codice sara' promosso direttamente da Garante per la protezione dei dati.
Antonello Soro continua: " Le disposizioni del Codice non saranno semplici norme di buona condotta da applicare all’interno della categoria professionale, magari con logiche corporative. Saranno invece regole dell’ordinamento generale, valide per chiunque scriva od operi sui mezzi di informazione: il loro rispetto potra’ dunque essere fatto valere davanti al Garante o al giudice ordinario”.
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