Immigrati: a Lampedusa manca l’acqua potabile
Non si placa l’ondata di sbarchi a Lampedusa, in quello che pare un esodo senza fine. L’emergenza nell’isola assume proporzioni sempre maggiori. Sale di ora in ora il numero di immigrati nordafricani.
La situazione sull’isola inizia a diventare drammatica: si stanno esaurendo le scorte di acqua potabile. L’allarme è stato lanciato dalla stessa amministrazione comunale. «Bisogna agire immediatamente, il risultato – dicono dal Comune – è che tale carenza complica ulteriormente la situazione dell'isola, dove vivono ormai oltre undicimila persone. Quindi non c'è l'autonomia sufficiente per assicurare la fornitura d'acqua».
Intanto è in arrivo una task force di venti psicologi che avranno il compito di sostenere abitanti e i soccorritori, questi ultimi messi a dura prova dai ritmi di lavoro. Ma c'è anche il rischio che lo stress e l’ansia sfocino in comportamenti aggressivi con il rischio che si creino conflitti tra residenti e immigrati.
Detto questo sono incominciati i primi trasferimenti: è salpata la nave militare San Marco, diretta ad Augusta. A bordo 498 migranti, che verranno poi trasferiti nel “Villaggio di solidarietà” di Mineo, nell'ex cittadella dormitorio, vicino a Catania, dove vivevano i militari americani di stanza a Sigonella. Qui sono state sistemate già mille persone. Un trasferimento che non è visto di buon occhio dal primo cittadino di Mineo, Giuseppe Castania, che ha attaccato duramente il governo, giudicandone scorretto il suo agire. Così le autorità locali, hanno organizzato una protesta in cui lamentano la violazione dell'accordo fatto in precedenza «Ci avevano assicurato che qui sarebbero arrivati solo i richiedenti asilo politico, le donne e i bambini – denunciano da Mineo – E invece ora rischiamo di affrontare un vera e propria emergenza».
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