Giappone, disastro nucleare: conto alla rovescia
Cresce il livello di allerta nella centrale nucleare di Fukushima. A una settimana dal terremoto e dallo tsunami che hanno causato ingenti danni all'impianto, l'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea), all'alba italiana di oggi, è stata costretta ad innalzare nuovamente il livello di allarme nella struttura: da quattro, infatti, si è ora passati a cinque, sulla scala Ines, il cui livello massimo è sette. Quello di Chernobyl, disastro atomico avvenuto in Ucraina nel 1986.
Nella centrale, dunque, la situazione resta critica. Stando a quanto annunciato dalla Tepco, società elettrica che gestisce l'emergenza, ai 50 coraggiosi tecnici che già operavano all'interno, se ne sono aggiunti altri 70, vista la necessità di fronteggiare un pericolo che, di ora in ora, diventa sempre più concreto. Rispetto a ieri, le autorità hanno dovuto sospendere l'utilizzo degli elicotteri militari, in quanto la forte radioattività impedisce di volare sulla struttura. Si è dunque stabilito di mobilitare circa venti camion dei pompieri, nella speranza di raffreddare parzialmente i reattori, in primis il numero tre, con i cannoni ad acqua. Contestualmente proseguono i tentativi di riportare energia elettrica nella centrale, condizione necessaria per poter almeno parzialmente riattivare il sistema di raffreddamento.
Nel frattempo, gli esperti giapponesi stanno studiando delle soluzioni per scongiurare il rischio di un olocausto nucleare. L'idea più accreditata, in questo momento, è di utilizzare lo stesso metodo con il quale è stata gestita l'emergenza di Chernobyl, venticinque anni fa: si tratterebbe, quindi, di chiudere i reattori in dei "sarcofaghi" di cemento armato, che poi verrebbero seppelliti in profondità. Ulteriore segnale che i rischi di una catastrofe sono decisamente reali, come peraltro già sottolineato da molto esperti internazionali. Tra questi, anche quelli italiani, in contatto costante con la Tepco e le autorità del Giappone. Stando a quanto riportato da queste fonti, i nuclei dei reattori numero uno, due e tre di Fukushima sarebbero «parzialmente scoperti e parzialmente fusi», mentre i contenitori che contengono le barre di combustibile non presenterebbero danni.
Il Giappone e il resto del mondo restano in attesa di una buona notizia, mentre viene costantemente aggiornato il terribile bilancio della sciagura: i morti accertati sono ora 6.400, mentre i dispersi sono saliti a 10.200 unità, per un totale di 16.600 vittime complessive. Numeri destinati inesorabilmente a crescere ancora.
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Nella centrale, dunque, la situazione resta critica. Stando a quanto annunciato dalla Tepco, società elettrica che gestisce l'emergenza, ai 50 coraggiosi tecnici che già operavano all'interno, se ne sono aggiunti altri 70, vista la necessità di fronteggiare un pericolo che, di ora in ora, diventa sempre più concreto. Rispetto a ieri, le autorità hanno dovuto sospendere l'utilizzo degli elicotteri militari, in quanto la forte radioattività impedisce di volare sulla struttura. Si è dunque stabilito di mobilitare circa venti camion dei pompieri, nella speranza di raffreddare parzialmente i reattori, in primis il numero tre, con i cannoni ad acqua. Contestualmente proseguono i tentativi di riportare energia elettrica nella centrale, condizione necessaria per poter almeno parzialmente riattivare il sistema di raffreddamento.
Nel frattempo, gli esperti giapponesi stanno studiando delle soluzioni per scongiurare il rischio di un olocausto nucleare. L'idea più accreditata, in questo momento, è di utilizzare lo stesso metodo con il quale è stata gestita l'emergenza di Chernobyl, venticinque anni fa: si tratterebbe, quindi, di chiudere i reattori in dei "sarcofaghi" di cemento armato, che poi verrebbero seppelliti in profondità. Ulteriore segnale che i rischi di una catastrofe sono decisamente reali, come peraltro già sottolineato da molto esperti internazionali. Tra questi, anche quelli italiani, in contatto costante con la Tepco e le autorità del Giappone. Stando a quanto riportato da queste fonti, i nuclei dei reattori numero uno, due e tre di Fukushima sarebbero «parzialmente scoperti e parzialmente fusi», mentre i contenitori che contengono le barre di combustibile non presenterebbero danni.
Il Giappone e il resto del mondo restano in attesa di una buona notizia, mentre viene costantemente aggiornato il terribile bilancio della sciagura: i morti accertati sono ora 6.400, mentre i dispersi sono saliti a 10.200 unità, per un totale di 16.600 vittime complessive. Numeri destinati inesorabilmente a crescere ancora.
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