Gheddafi può contare su 100 miliardi di pensione
Cento miliardi di investimenti in oltre 60 società, immobili e fondi in tutto il mondo: è la rete del rais libico Mihammar Gheddafi. Gli interessi di quella che il figlio del colonnello e ideale successore Seif al Islam ha definito una famiglia modesta sono immensi, ma al momento la loro vastità corre seri rischi.
Ieri, 1° marzo, il gruppo inglese Pearson ha congelato la quota del 3,27 per cento in mano al fondo sovrano libico. Ed è solo, probabilmente, il primo ad averlo fatto.
Una mappa completa delle partecipazioni libiche non esiste. Ma il Sole-24 Ore ne ha ricostruita una, forse parziale, ma che certo serve a far capire quanto gli effetti sul petrolio siano solo una parte delle conseguenze economico-finanziarie della rivolta libica.
Il paese, liberatosi dalle sanzioni internazionali solo nel 2003, ha conquistato economicamente il mondo grazie ai petrodollari per mezzo delle varie Libyan Investment Authority (Lia), Lafico e Libyan African Investment Portfolio.
Solo la Lia, sottolinea il Sole-24 Ore, ha un patrimonio di almeno 69 miliardi di dollari investiti quasi tutti all’estero. Con Lafico e Banca Centrale, Tripoli è azionista di almeno 60 società di tutto il mondo: tra queste le italiane UniCredit, Juventus, Retelit e Finmeccanica.
Dalla lista dei Paesi con partecipazioni libiche mancano gli Stati Uniti: qui la longa manus del rais è arrivata “solo” depositando liquidi, trapela da WikiLeaks, per un valore totale di 32 miliardi di dollari. Tutti ora regolarmente congelati.
Il portafoglio del colonnello non si è fatto sfuggire gli investimenti immobiliari. Concentrandosi soprattutto su Londra, dove ha acquistato il centro commerciale Portman House a Oxford Street. Nella capitale inglese si trovanoj anche i due fondi libici Fm Capital Partners e Dalia Advisory.
Se solo 1,5 miliardi di dollari sono stati investiti in Africa, dieci volte tanto è la cifra di investimenti esteri in Libia. Qui, oltre ai noti interessi italiani, ci sono anche quelli francesi, con Bnp Paribas che ha acquistato il 16 per cento della locale banca Sahara
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Il paese, liberatosi dalle sanzioni internazionali solo nel 2003, ha conquistato economicamente il mondo grazie ai petrodollari per mezzo delle varie Libyan Investment Authority (Lia), Lafico e Libyan African Investment Portfolio.
Solo la Lia, sottolinea il Sole-24 Ore, ha un patrimonio di almeno 69 miliardi di dollari investiti quasi tutti all’estero. Con Lafico e Banca Centrale, Tripoli è azionista di almeno 60 società di tutto il mondo: tra queste le italiane UniCredit, Juventus, Retelit e Finmeccanica.
Dalla lista dei Paesi con partecipazioni libiche mancano gli Stati Uniti: qui la longa manus del rais è arrivata “solo” depositando liquidi, trapela da WikiLeaks, per un valore totale di 32 miliardi di dollari. Tutti ora regolarmente congelati.
Il portafoglio del colonnello non si è fatto sfuggire gli investimenti immobiliari. Concentrandosi soprattutto su Londra, dove ha acquistato il centro commerciale Portman House a Oxford Street. Nella capitale inglese si trovanoj anche i due fondi libici Fm Capital Partners e Dalia Advisory.
Se solo 1,5 miliardi di dollari sono stati investiti in Africa, dieci volte tanto è la cifra di investimenti esteri in Libia. Qui, oltre ai noti interessi italiani, ci sono anche quelli francesi, con Bnp Paribas che ha acquistato il 16 per cento della locale banca Sahara
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