Ecco perché Gheddafi veniva accolto in Italia con onori e baciamano...
Dopo Saddam Hussein e il regime dei talebani, nel mirino della comunità internazionale, con gli Usa capofila, è finito Gheddafi: una circostanza fino a pochi mesi fa impensabile, quando il dittatore libico, con il quale il governo aveva stretto accordi siglando il "patto di amicizia", veniva accolto in Italia con il baciamano e tanto di onori.
La stampa legata alla sinistra, per ovvi motivi ha dato il massimo risalto al rapporto di amicizia tra Berlusconi e Gheddafi, ed effettivamente, veder sdoganare un dittatore con tanta naturalezza, credo facesse schifo a tanti: in realtà, se avesse governato l'armata Brancaleone di Bersani, i rapporti del governo con la Libia sarebbero stati probabilmente i medesimi: magari la cosa sarebbe stata gestita con maggiore discrezione, senza le coreografie tipiche di Berlusconi, come il famoso baciamano: questo perché oltre ad avere un ruolo chiave nel traffico dei clandestini nel Mediterraneo, la Libia e la famiglia Gheddafi coltivano nel nostro paese importanti interessi, che sono andati in crescendo negli ultimi anni: ma sicuramente nessuno avrebbe potuto sognarsi di "chiudere le porte in faccia" al colonnello senza causare perdite economiche all'Italia: vediamo i dati.
Oltre agli innumerevoli investimenti "minori", Gheddafi detiene:
... il 33% di Tamoil
... il 7,5% della Juventus F.C.
... il 7,19% di UniCredit Banca
... il 3% di Finmeccanica
... il 2% di Iveco (Gruppo FIAT)
... l'1% di ENI
Gheddafi e la Libia hanno (avevano?) le mani, seppur con percentuali basse (che valgono comunque svariate centinaia di milioni di euro) nei principali gruppi italiani: inoltre, con 2,4 miliardi di euro di esportazioni, 10 di importazioni e circa 5 miliardi di euro di investimenti libici in Italia, il nostro Paese è uno dei partner commerciali più attivi con la Libia.
Alessandro di nocensura.com
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