Secondo la sorella di Tremonti, i cani randagi vanno soppressi
COMO - Animalisti scatenati contro Angiola Tremonti, sorella del ministro delle Finanze, che in una richiesta di informazioni al Comune di Cantù (Como), dove è consigliere comunale di minoranza, si è lamentata dei costi sostenuti per la gestione del canile consortile, proponendo una soluzione drastica: «si dovrebbe arrivare a prendere la decisione per cui gli animali che non vengono adottati entro un determinato periodo di tempo vadano soppressi, visto che oggi ci troviamo in una situazione in cui ci sono famiglie canturine che non hanno da mangiare». Nel mirino, la situazione del canile di Mariano Comense, alla cui gestione Cantù contribuisce con 50 centesimi all'anno per residente, pari a 18.000 euro. L'uscita della Tremonti sul quotidiano La Provincia ha subito provocato la reazione dei gestori del canile, che hanno parlato di «idea paranazista». E oggi è stato un fiorire di prese di posizione di animalisti e associazioni di protezione animali, oltre che un fioccare di commenti poco lusinghieri sui siti internet, mentre al canile di Mariano Comense sulle gabbie dei cani potenzialmente 'abbattibilì è comparso un cartello «Tremonti: io voglio viviere». La diretta interessata non ha fatto retromarcia, ma ha cercato di ampliare il discorso: «Non possiamo uccidere tranquillamente i polli da mangiare e scandalizzarci per i randagi da sopprimere, che portano malattie».
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Commenti
Qui e' una questione che la gente di questa terra che si' e' arricchita negli ultimi 150 sfruttando e rubando dal Sud ora,straricca ed avida di denaro fino alla demenza sta' vergendo verso gli stessi criteri reazionari del Nazismo.Amo i randagi,si ok,sono di una bellissima citta' del Sud dove i randaggi vivono felici ed orgogliosi di non essere in Padania dove "tutto"sta andando umanamente storto!