I falsi invalidi? Ci costano dieci miliardi l’anno

Secondo le elaborazioni della Fondazione Hume su dati Istat 2005, è quella dove si registra il tasso più alto di pensioni di invalidità: 178 ogni mille abitanti. In pratica, quasi due pensioni ogni 10 abitanti. Seguono Benevento con 170, Oristano e Potenza con 161, Nuoro con 158, poi Pesaro-Urbino con 154, L’Aquila con 153. A chiudere la classifica delle dieci «peggiori » province, Reggio Calabria a quota 149, Agrigento a 147 e Catanzaro a 145. Dall’altro capo della classifica tutte città del Nord: questo in base al tasso standardizzato, indicatore che consente di rendere omogenei e quindi comparabili tra loro in base al sesso e alle classi d’età i valori sulla popolazione.
E il dato che balza all’occhio è che tutte le prime dieci città più «virtuose» presentano un numero di pensioni di invalidità che in alcuni casi non arriva a raggiungere un terzo di quelle erogate nelle «peggiori » dieci province. Il primo posto spetta a Milano, con 52 assegni versati ogni mille abitanti, seguono Venezia e Varese con 59, Como con 62, Mantova con 63, poi Verbano-Cusio- Ossola, Savona, Novara e Bergamo con 64 e Torino, al decimo posto con 65. Lo squilibrio Nord/Sud non sorprende più di tanto, perché è ormai assodato che il grosso delle pensioni di invalidità viene pagato nel Mezzogiorno d’Italia: 55 assegni ogni 1000 abitanti contro i 34 del Nord, stimava ilministero dell’Economia nella sua ultima Relazione generale sullo stato economico del Paese in base a dati non riparametrati. Su 2,6 milioni di trattamenti complessivi, quasi la metà 1,1 viene infatti erogata al Sud e nelle isole. I risultati delle verifiche, scrive Luca Ricolfi sono impressionanti:
Secondo questo primo ciclo di controlli, circa il 30% dei beneficiari di pensione di invalidità ne usufruiscono senza averne diritto, ma questa percentuale nazionale varia enormemente da luogo a luogo. In provincia di Sassari le pensioni da cancellare sono il 76%, a Roma il 26%, a Milano appena il 3%. In Sardegna sono il 53%, ma anche l’Umbria non scherza con il suo 47%; mentre in Lombardia e in Emilia Romagna la percentuale di cancellazioni resta inferiore al 10%.
I risparmi derivati dal recupero sarebbero intorno ai dieci miliardi l’anno:
Applicando in ogni regione le «migliori pratiche» si potrebbero risparmiare 4-5 miliardi all’anno su un totale di 15,5. Cifra che sale a 8-10 se si considera che una platea di 5-6 milioni di persone, oltre all’invalidità, percepisce a vario titolo anche altri assegni.
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Commenti
Per cui di fatto le vere pensioni d'invalidità cioè quelle di cittadini con meno di 60 anni se femmine o 65 se maschi sono in numero assai molto minore di quanto appare dai dati Istat presi alla leggera senza un adeguata analisi. Fortunamente oggi sono in vita tanti ultra settantacinquenni, e le salute di una 55 enne di 20 anni fa era molto più precaria di quella di una 55 enne di oggi.
copio incollo: importo complessivo di 153.711 milioni di euro:
136.102 milioni di euro per le Gestioni previdenziali, 7.502 milioni per la Gestione interventi dello Stato e 10.106 milioni di euro per la Gestione invalidi civili.