La sindrome silenziosa
Sta accadendo qualcosa in Sardegna, qualcosa di grave che però non trova l’eco che meriterebbe. Le grandi fonti dell’informazione tacciono, ad esclusione di pochi piccoli casi; le personalità politiche figuriamoci. Ma il dramma che si sta vivendo a Quirra, la località sarda che ospita il poligono militare interforze tra le colline di Perdasdefogu e lo specchio di mare di Capo San Lorenzo, deve esser descritto bene, sebbene si rischi di toccare qualche nervo scoperto indagando su certi ambienti militari.
Pino Cabras su “Megachip” ha dato risalto al reportage di Paolo Carta pubblicato il 4 gennaio da “L’Unione Sarda”, in cui si parla della cosiddetta “sindrome di Quirra“: 40 civili e 23 militari sono morti per la leucemia, accompagnati da animali nati deformi e poi deceduti anch’essi per strane complicazioni. La causa: un disastro militare-ambientale che si consuma nella terra che fa da sfondo per la stragrande maggioranza delle esercitazioni militari italiane.
I primi a trattare la vicenda, e gliene va reso grande merito, son stati due scrittori molto interessati all’accaduto. Ne sono nati due romanzi, “Perdas de fogu” firmato da Massimo Carlotto col collettivo sardo Mama Sabot, e “Il pettine senza denti” di Eugenio Campus, in cui si dà “il là” allo studio della sindrome. In seguito, un’indagine avviata dai veterinari delle Asl di Cagliari e Lanusei, per monitorare l’impatto ambientale e sulla salute nell’area a ridosso del poligono, ha evidenziato i grossi problemi della zona, ormai teatro di una tremenda situazione costellata di agnelli deformi e pastori con la leucemia (ben 7 su 10, dicono le stime). I risultati choc delle indagini ci dicono addirittura che esiste un possibile link tra le deformazioni genetiche degli agnelli e i tumori che hanno colpito gli allevatori della zona.
L’indagine dei veterinari ha riguardato solo gli allevamenti, ma sono molti anche i semplici cittadini interessati alla vicenda che hanno osservato gli effetti della sindrome sull’uomo, cercando di raccogliere informazioni e dati; importante il lavoro del comitato pacifista “Gettiamo le Basi”, che ha raccolto le tristi cifre sui morti. Tocca ora al comitato scientifico responsabile del monitoraggio ambientale dare delle risposte e dei segnali forti, sebbene stia ritardando nei lavori già da un anno, come fa sapere “L’Unione Sarda”.
Quali sostanze assassine sono protagoniste della vicenda: sembra trattarsi delle cosiddette “polveri di guerra”: nano-particelle di metalli pesanti, causate da esplosioni a temperature molto elevate, raggiungibili solamente con l’utilizzo di proiettili arricchiti. Tracce di “polveri di guerra” sono state rilevate persino a Baunei, molto più a Nord del poligono del Salto di Quirra, come conferma la dottoressa Maria Antonietta Gatti dell’Università di Modena, consulente delministero della Difesa nella commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito.Nelle campagne sarde della zona sono veramente troppi i casi eccezionali di pastori e allevatori affetti da tumori e leucemia, che quasi sempre portano alla morte dei malati nel giro di pochi anni, nel silenzio di chi sa quali sono i rischi di certe esercitazioni militari; gli agnelli nascono senza genitali, o sventrati, o con gli occhi dietro le orecchie.
Si tratta di una Chernobyl italiana, e va fermata, anche se è già troppo tardi, anche se non doveva nemmeno iniziare.
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