I dipendenti regionali nel Veneto costano un dodicesimo dei siciliani
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Ma non finisce qui, dato che lo stipendio dei dipendenti è solo una parte del costo della politica che comprende anche il funzionamento degli organi istituzionali. Ancora una volta la Lombardia è la più virtuosa con 61 euro pro capite, seguita dalla Liguria con 78. Medaglia di bronzo invece per il Veneto che, con 86 euro, spende comunque un terzo rispetto al Lazio (247 euro), ma ancor peggio fa il Molise con 333 euro. Del resto, qui la spesa complessiva della Regione, investimenti compresi, è il 25,4% del Pil, più alta della Sicilia (24,8%). Una percentuale due volte e mezzo quella del Veneto. Di fatto, la spesso abissale differenza dei costi di gestione, è tra le motivazioni che spingono il Sud a contrastare il federalismo. «Con l'introduzione del federalismo ci sarà una stangata per i Comuni meridionali? Il senatore Stradiotto fa bene ad usare il futuro poiché al presente dovremmo dire che sono i Comuni del Nord a essere stangati». Così l'assessore regionale al Bilancio Roberto Ciambetti commenta lo studio del senatore del Pd, secondo il quale buona parte dei Comuni del Mezzogiorno avranno un minore gettito dall'introduzione del federalismo, mentre gli enti locali del Nord registreranno dei vantaggi. «Lo studio mette in luce - continua Ciambetti - l'incredibile anomalia italiana, per cui ci sono realtà che non riescono a uscire dallo stato di perenne emergenza nonostante i fiumi di denaro pubblico che vengono convogliati. Pensiamo a Napoli, con trasferimenti di 668 euro per abitante, contro una media di 387: evidentemente non bastano solo i soldi pubblici a risolvere le situazioni di crisi, ma se noi continuiamo a tappare la falla con provvedimenti tampone, non faremo mai il loro bene».
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