Fiat: ai lavoratori non sarà pagata la malattia
A cosa serve lo stato? Serve, o dovrebbe servire, a tutelare i cittadini e a garantirne diritti, dignità, libertà e benessere. Oggi però sembra che il nostro stato sia sempre più lontano da tutto ciò. E non solo lo stato.
I sindacati nacquero per tutelare i diritti dei lavori in opposizione all’avidità e allo strapotere di chi detiene il capitale. Oggi i sindacati italiani sono diventati i servi degli imprenditori e dei loro squallidi manager. Marchionne ordina, loro firmano e lodano. Unica voce che urla nel deserto della vigliaccheria politica è quella di Landini, segretario Fiom. E invece di seguirlo gli altri sindacalisti lo additano come un estremista. Estremista? Avete sentito cosa dice? Sostiene semplicemente che non si possono togliere alcuni diritti fondamentali come la malattia. Il famoso nuovo contratto che FIAT sta facendo a suon di ricatti è assurdo, ottocentesco, antidemocratico. Come si può pensare di non pagare la malattia agli operai? Come si può pensare di poter licenziare uno perché deve operarsi? Soprattutto in una fabbrica dove millecinquecento operai su cinquemilacinquecento hanno problemi fisici che ne diminuiscono la capacità lavorativa (e quindi la possibilità di trovarsi un altro lavoro) a causa del lavoro svolto in fabbrica. Insomma, prima FIAT toglie loro la salute e poi li ripaga con un bel calcio nel culo. Ma i sindacati non erano nati proprio per evitare questo? CISL e Uil a quanto pare se ne sono dimenticati allegramente preferendo diventare servi e perdendo la loro funzione e soprattutto la loro dignità. CGIL è a rischio. La storia della “firma tecnica” è a dir poco paradossale. Che cosa mi significa un ragionamento come quello che in questi giorni sta facendo CGIL? “Sono contrario ma se gli altri firmano firmo anche io”. Vi sembra il modo di ragionare? E perché poi?
Perché lo squallido manager, con mossa degna di lui, ha ricattato i sindacati dicendo che chi non è d’accordo non avrà diritto alla rappresentanza sindacale in FIAT. E CGIL invece che incazzarsi e denunciarlo si adatta e cambia bandiera cercando di salvare la faccia con la “firma tecnica”. Insomma, è più importante la rappresentanza, ovvero il proprio piccolo posticino di potere minimo all’interno della fabbrica piuttosto che mantenere i propri valori. Degni dell’Italia di oggi. Tanto più che non possono difendersi nemmeno dicendo che mantenere la rappresentanza serve per tutelare i lavoratori. Accettando il ricatto infatti si stabilisce un principio. Chi è d’accordo con Marchionne sta e gli altri se ne vanno. Firmando manterranno una rappresentanza solo nominale e inutile.
In tutto questo panorama ci chiediamo una cosa: perché lo stato non interviene? Perché lo stato permette a un amministratore delegato prepotente e antidemocratico di fare cose palesemente scorrette? Decidere quale sindacato possa o meno avere una rappresentanza in fabbrica non sta a Marchionne ma alla legge! Se avessimo avuto un governo decente FIAT sarebbe già stata ribaltata. Ma d’altro canto un governo di gente meschina non può che andare d’accordo con un amministratore delegato meschino.
Il diritto alla malattia gli operai di FIAT non ce l’hanno più. Il diritto allo sciopero nemmeno, la rappresentanza sindacale neanche. Quale sarà la prossima mossa di Marchionne? Lo ius primae noctis con le mogli degli operai?
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Commenti
possono trasferire la produzione anche in Cina, ma in Italia non venderebbero piu` niente. E allora si` che gli verrebbe da pensare.
Bisogna sapere che non c´e` proffitto senza vendita e in fin dei conti siamo noi che abbiamo il potere di scegliere se comprare dalle ditte che non hanno rispetto per niente e nessuno OPPURE NO