Vigliacchi. Infami. Repressi.
Vigliacchi. Infami. Bastardi. Repressi.
Forse non è il modo più consono di iniziare un articolo ma, guardando queste foto, non riesco a fare altro. Una faina è stata uccisa ed appesa per la coda al cartello del Parco Nazionale della Majella. Perché? Si parla di provocazione o vendetta di gruppi di cacciatori a cui vanno “stretti” i regolamenti che disciplinano la caccia. Provocazione o vendetta, scherzo o presa in giro questi episodi non fanno altro che generare sdegno nei confronti di una categoria (quella dei cacciatori) che già non suscita molta simpatia: un ultimo sondaggio ha rivelato che il 79% degli italiani considera la caccia “un’attività venatoria, non solo anacronistica e crudele, ma anche molto pericolosa”. Senza contare il danno d’immagine che subisce il Parco Nazionale stesso, definito patrimonio naturale e culturale!
Mi auguro che gli abitanti e l’amministrazione di San Tommaso, piccola frazione del Comune di Caramanico Terme (dove si trova il Parco protetto o almeno, così dovrebbe essere) oltre a sdegnarsi e a condannare l’atto, assolutamente riprovevole, immorale e vergognoso, prendano posizione chiare contro chi compie gesti come questo.
Bisogna “dare la caccia” ai responsabili – condannandoli moralmente - tenendo conto di una differenza importante: gli animali quando vengono cacciati non hanno colpa, sono vittime. Gli uomini hanno sempre colpa, hanno sempre qualcosa per cui redimersi. Gesti infami come quello accaduto a San Tommaso non devono ripetersi.
"L’uomo è l’unico animale che arrossisce, ma è l’unico ad averne bisogno." Mark Twain.
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