Truffa delle slot machine. Un tesoro che potrebbe risolvere tanti problemi


Ad inizio 2008 gli italiani hanno visto sparire l'ipotizzato tesoretto, frutto della lotta all'evasione e dell'aumento degli incassi dello Stato, messo assieme dall'ex Ministro dell'Economia Padoa Schioppa. Lo stesso Padoa Schioppa e poi l'attuale Ministro Tremonti hanno detto e ribadito che il tesoretto non esisteva. Si trattava di circa 10 miliardi di euro ovvero di un terzo di una Finanziaria, che in grande parte doveva aiutare l'Italia a coprire una piccola parte del debito pubblico. Non si sa se sia mai esistito, né si sa (qualora sia esistito) chi se l'è divorato.


Da oltre un anno, però, è emersa una nuova possibilità di alleggerire un po' il debito pubblico italiano e di consentire di dare una bella boccata d'ossigeno alle imprese e alle famiglie: stiamo parlando dello scandalo delle slot machines irregolari che sembra coinvolgere 10 tra le più importanti concessionarie del Paese. La Guardia di Finanza e i Procuratori deputati alle indagini ha stimato che complessivamente queste aziende concessionarie hanno evaso al Fisco in virtù di un contratto stipulato con i Monopoli di Stato, per addirittura 98 miliardi di euro. Una cifra mostruosa.
Come ha funzionato, per circa due anni e mezzo, in poche parole il meccanismo? Le concessionarie dovevano per contratto collegarsi via modem da una parte alle macchinette spilla denaro posizionate in bar, pub e altri locali pubblici (da quanto emerso pare che i gestori fossero all'oscuro dell'imbroglio in quanto loro avevano effettivamente collegato le macchinette acquistate alla concessionaria di turno) e dall'altra ai Monopoli di Stato. In questo modo questi ultimi sapevano il numero e il valore delle puntate dei giocatori in modo da calcolare le tasse che le concessionarie avrebbero dovuto pagare a tempo debito.
Sembra inoltre che, stando alle dichiarazioni dei responsabili delle concessionarie, per motivi tecnici il collegamento via modem non fosse r
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La vignetta by Mittelcom
iuscito in molti casi, ma che ciò nonostante il numero di macchinette fuori norma fosse aumentate esponenzialmente.
Queste sono le premesse che hanno portato Guardia di Finanza e Procura a gonfiare fino a 98 miliardi di euro il debito complessivo, per tasse e sanzioni, delle concessionarie.
A parte queste ultime, tutti felici e d'accordo, penserà il cittadino medio. E invece no! A partire dall'allora Ministro del centrosinistra Visco (che si è rifiutato di parlare con i giornalisti del Secolo XIX che stavano seguendo la vicenda perché “non mi siete simpatici”) c'è stato un continuo rimpallo di responsabilità, un continuo procrastinare la resa dei conti e un continuo tentativo, messo in atto trasversalmente dai politici, di avvicinarsi ad un clamoroso colpo di spugna.
Se lo Stato, che da questa situazione ha solo da guadagnarci, mette i bastoni tra le ruote alla riscossione di questo denaro, altrimenti così utile in un periodo di crisi e di tagli come quello attuale, farsi qualche domanda è più che doveroso.
Pochi giorni fa, la Corte dei Conti, facendo slittare ulteriormente i tempi per la sentenza, ha rimandato la “decisione su chi deve decidere” - accogliendo una delle richieste dei difensori – alla Corte di Cassazione. Non c'è dubbio alcuno che saranno sperperati altri mesi, probabilmente anni, prima di arrivare a una decisione.
Ecco la lista delle sanzioni secondo le richieste della Procura: il record è stato toccato da Atlantis con 31 miliardi. A proposito, a dimostrazione della trasversalità della questione (inizialmente insabbiata dal centrosinistrail legale rappresentante della Atlantis (che gestisce circa il 25% del business su tutto il territorio nazionale) è Amedeo Laboccetta, uomo di punta di Alleanza Nazionale a Napoli e lo scorso aprile, visti i grandi meriti conquistati sul campo per aver impunemente sottratto al Fisco 31 miliardi di euro, è stato eletto nelle famose liste bloccate del Pdl. Al Secolo XIX così ha pilatescamente dichiarato: «Non sono più in Atlantis. Il giorno dopo l’elezione ho abbandonato tutte le cariche. Mi dedicherò solo alla politica. È una scelta di vita». Andare a caccia dei responsabili della truffa, insomma, sarà sempre più impossibile man mano che passa il tempo.
Ed ecco le sanzioni calcolate per le altre concessionarie: Cogetech (9,4 miliardi), Snai (8,1 miliardi), Lottomatica (7,7 miliardi), Cirsa (7 miliardi di euro), Hbg (7 miliardi), Codere (6,8 miliardi), Sisal (4,5 miliardi), Gmatica (3,1 miliardi) e Gamenet (2,9 miliardi).
Ci sarebbero soldi per mettere in sicurezza tutte le scuole d'Italia, per dare credito a piccole e medie imprese in difficoltà e a quelle nascenti, magari fondate sui giovani, per aiutare a sbarcare il lunario decine di migliaia di famiglie numerose e/o bisognose, per fare investimenti sulla vera ricerca d'eccellenza e per abbattere un po' dello sproporzionato debito pubblico del Paese. E invece,no. I sacrifici sono sempre chiesti ai cittadini onesti, mentre i furbi la fanno sempre franca. Sarà così anche stavolta.


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