Spagna: scompare il canale della CNN, arriva la tv di B con il grande fratello
Alla vigilia di Natale, in un clima di grande mestizia, si era congedato da Cnn+ Inaki Gabilondo, il nome più prestigioso del giornalismo radio-televisivo spagnolo. Ora, al suo posto, ci sarà Mercedes Milà, conduttrice storica del GH, che trasforma in realtà il suo sogno: quello di mantenere perennemente accesi i riflettori sul polemico reality. “Ho bisogno della mia dose di droga pesante”, aveva dichiarato di recente la popolarissima giornalista, molto amica della principessa Letizia. Per esigenze di palinsesto, l’uomo di B. l’ha accontentata.
Già si era visto negli ultimi anni: le edizioni più recenti del Gran Hermano si erano andate nel tempo. Due settimane in più. Un mese in più. Ora che il programma di Endemol (altra società del gruppo Berlusconi) potrà avere a disposizione un intero canale televisivo, c’è già chi assicura le edizioni si susseguiranno senza soluzione di continuità. Chiusa una, partirà quasi subito quella successiva. Giusto il tempo di completare le selezioni dei participanti e cambiare gli arredi nella casa di Guadalix de la Sierra, alla periferia di Madrid.
Milà si è sempre lamentata quando l’hanno definita tv spazzatura. Ma ora, più che mai, il confronto sarà inevitabile. E stridente. Fino ad oggi quello era il canale su cui ci si sintonizzava per seguire dibattiti parlamentari e conferenze stampa, per avere aggiornamenti in diretta sull’attualità nazionale e internazionale, per seguire i talk-show con firme prestigiose del giornalismo. Da gennaio, al centro dell’attenzione ci saranno gli amori e disamori del reality. La jacuzzi e il lettone al posto della scrivania e le poltroncine dello studio televisivo.
Segno dei tempi che cambiano, della tv di qualità che si arrende al più forte, che poi è sempre il solito. Ieri in Italia. Oggi anche in Spagna. Per la disperazione, e lo sconforto, soprattutto di quei circa 300 dipendenti di Cnn+ che, una volta sciolta la società, verranno assorbiti tutti dall’agenzia Atlas, gruppo Berlusconi. Anzi, non proprio tutti. Ad alcuni – i più progressisti, considerati incompatibili con la linea delle tv del Cavaliere – l’amministratore delegato Paolo Vasile avrebbe già consigliato di trovarsi una nuova collocazione in altre aziende.
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