Rape aXe/ Il preservativo antistupro
È stato subito ribattezzato così: “il preservativo anti stupro”, il nuovissimo oggetto ideato per permettere alle donne di difendersi dalle aggressioni sessuali. Il nome originario è Rape-axe, questo oggetto che assomiglia molto ad un preservativo e che è costituito da una membrana di plastica da inserire direttamente nella vagina.
Ma in che modo questa invenzione dovrebbe difendere dagli stupri?
Praticamente la parte esterna dell’oggetto, quella a contatto con la vagina, è liscia, ma la parte interna (cioè quella che in teoria dovrebbe essere a contatto con il pene), è piena di culei e protuberanze di plastica che hanno appunto la funzione di far rinunciare l’uomo ad usare la violenza. Una volta che il pene si impiglia nell’oggetto, infatti, solamente un intervento chirurgico lo può liberare.
L’idea non poteva che partire da una donna e infatti è l’africana Sonnette Ehiers ad aver inventato l’oggetto, poiché da sempre si batte contro lo stupro e la violenza sulle donne.
Ma in che modo questa invenzione dovrebbe difendere dagli stupri?
Praticamente la parte esterna dell’oggetto, quella a contatto con la vagina, è liscia, ma la parte interna (cioè quella che in teoria dovrebbe essere a contatto con il pene), è piena di culei e protuberanze di plastica che hanno appunto la funzione di far rinunciare l’uomo ad usare la violenza. Una volta che il pene si impiglia nell’oggetto, infatti, solamente un intervento chirurgico lo può liberare.
L’idea non poteva che partire da una donna e infatti è l’africana Sonnette Ehiers ad aver inventato l’oggetto, poiché da sempre si batte contro lo stupro e la violenza sulle donne.
L’oggetto è stato approvato dalle autorità sanitarie africane ed ha già ottenuto il permesso per la vendita e il commercio. Sembrerebbe un’idea davvero efficace, anche perché, facendo rimanere impigliato lo stupratore, ne renderebbe automaticamente possibile anche la cattura.
Certo, ovviamente si pongono alcuni interrogativi…L’oggetto è davvero così efficace? In che modo è stato testato? E poi siamo sicuri che l’aggressore, preso dalla rabbia per “la brutta sorpresa” che trova, non degeneri ancor di più nella violenza?
Come dice il detto, occorre “provare per credere”, cioè aspettare che, una volta lanciato il prodotto, se ne attesti la reale efficacia.
Certo, ovviamente si pongono alcuni interrogativi…L’oggetto è davvero così efficace? In che modo è stato testato? E poi siamo sicuri che l’aggressore, preso dalla rabbia per “la brutta sorpresa” che trova, non degeneri ancor di più nella violenza?
Come dice il detto, occorre “provare per credere”, cioè aspettare che, una volta lanciato il prodotto, se ne attesti la reale efficacia.
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Commenti
Avendo io stesso subito una violenza, per fortuna senza arrivare allo stupro, vi posso garantire che non c'è il tempo di fare nulla se non quello di difendersi o scappare come si può...
Non si ha neanche il tempo di fare una telefonata ai carabinieri...
Comunque non mi sembra la soluzione perfetta.. Staremo a vedere.