Come montare e smontare "casi nazionali", dalla Franzoni alla Clinica S.Rita di Milano
Incredibile ma vero, Anna Maria Franzoni è più conosciuta di Dario Franceschini: “la mamma di Cogne” è più popolare dell'ex segretario del secondo partito più votato dello stivale. Della vicenda che l'ha vista protagonista, conosciamo ogni minimo particolare: ma non solo, conosciamo pure i suoi affari privati, visto che per mesi e mesi è stata “processata” sui programmi televisivi di turno, dove gli “esperti tuttologi” si dilettavano ad esprimere il loro autorevole parere, basato sul niente mischiato alle chiacchiere da bar. La vicenda di Garlasco però ha saputo fare di meglio, “guadagnandosi” persino una fiction TV, che tra qualche mese – sicuramente seguitissima – entrerà nelle case di tutti gli italiani: tra l'altro, ci chiediamo come sarà impostata la trama, visto che nonostante l'assoluzione in primo grado, il processo non è ancora chiuso. Di “casi” come questi, in Italia se ne contano decine: i “ragazzi” di Perugia condannati per l'omicidio della studentessa inglese, Olindo e Rosa Bazzi, i fidanzatini di Novi Ligure, Erika e Omar, che recentemente sono tornati in scena su giornali e TV per l'approssimarsi del termine della condanna; Erika è stata “paparazzata” mentre giocava a pallavolo nel cortile del carcere. Sono passati dieci anni dal giorno del suo arresto, ma i giornalisti, di Erika si ricordano ancora, e anche noi ce ne ricordiamo benissimo di tutti i soggetti sopracitati, non potrebbe essere altrimenti, visto che appena si presenta l'occasione li ritroviamo nuovamente in prima pagina. Adesso vi chiedo, che fine ha fatto il “dottor” Pier Paolo Brega Massone, ovvero il responsabile dell'equipe di chirurgia toracica della clinica degli orrori, la Santa Rita di Milano? Della Santa Rita ne abbiamo parlato nell'articolo di ieri: l'indagine parla di almeno 20 morti sospette e 86 casi di lesioni gravi/gravissime: materiale giornalistico ce ne sarebbe a quintali, tonnellate, ma del signor Brega Massone non sappiamo nemmeno che faccia abbia: qualcuno riesce a fornirmi un motivo plausibile? Eppure la gravità dei fatti avvenuti alla clinica degli orrori, la conoscono tutti. Qualcuno uccide una persona ed è un mostro (giustamente), altri trasformano un ospedale in una macelleria messicana e và bene così: senza parole. Questo lampante esempio rende l'idea delle dinamiche dell'informazione nostrana, che monta e smonta “casi nazionali” a piacimento. Ma nella vita non c'è solo reati violenti: quanti di voi conoscono nel dettaglio le vicende della “sanitopoli” abruzzese? O di quella più recente, pugliese? Conoscete i nomi e le facce di questi personaggi e amministratori che contribuiscono a rendere l'Italia il paese di m.. che è? Sicuramente no, perché riceviamo poche e sfumate informazioni. E Cragnotti? Tanzi? Che fine hanno fatto questi “signori” che hanno fatto sparire cifre degne del PIL di una nazione Africana, mettendo in ginocchio migliaia di risparmiatori e famiglie italiane? Ovviamente, non sono nemmeno in prigione! Ma di loro non si parla. Così come non si parla e non si è mai parlato adeguatamente di Duilio Poggiolini, indagato dagli anni 90' per “epidemia colposa” in seguito a una serie di infezioni di HIV e Epatite C dovuta a trasfusioni con emoderivati non controllati: migliaia le persone che si sono ammalate e/o sono morte, ma dopo 25 anni, Duilio Poggiolini che adesso ha più di 80anni, è ancora sotto processo con l'accusa di omicidio plurimo, e il carcere non sa nemmeno cosa sia. Al caso di Poggiolini, dedicheremo presto un articolo specifico.
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